giovedì 12 marzo 2009

Ricordi dello Zen di Palermo..


da un articolo sul corriere della sera magazine:

"Una cosa hanno imparato i diecimila abitanti dello Zen: dog eats dog, cane mangia cane. Fin dagli anni Ottanta, quando le case ancora non collaudate, senza acqua né luce, furono occupate abusivamente. Francesco Dominici, muratore disoccupato, e sua moglie Vincenza allo Zen ci sono nati, si sono conosciuti, hanno avuto un figlio. Stavano all’insula 3, quando sono cominciati i lavori di ristrutturazione, hanno conquistato parte dell’ingresso di uno dei padiglioni, hanno tirato su una parete e un pavimento: per tre mesi hanno abitato qui, prima di andare a vivere in un palazzo del centro storico, abitato dai senza casa dello Zen, per un percorso inverso che riporta nel cuore di Palermo i figli di chi se ne andò vent’anni fa. Per alzare un muro abusivo, per chiudere uno spazio comune occorre prestigio personale o il pagamento di una licenza - da due a diecimila euro a seconda dei metri quadrati - al boss dell’insula. In un’insula, gli inquilini si sono organizzati: pagano una retta condominiale per le pulizie, per i lavori di allaccio abusivo alla conduttura dell’acquedotto, per la piccola manutenzione, con tanto di regolare ricevuta che poi presentano al Comune. Il Comune attraverso la sua municipalizzata, l’Amap, nega il regolare contratto di fornitura d’acqua perché i residenti sono occupanti abusivi, ma a volte rimborsa i costi dell’acqua ottenuta fuori da ogni regola. Leggi dello Zen: l’alloggio occupato può essere venduto, ceduto, acquistato. O meglio: il diritto all’abuso può essere venduto, ceduto, acquistato."


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