Un film di Mario Monicelli. Con Vittorio Gassman, Alberto Sordi, Bernard Blier, Folco Lulli, Silvana Mangano. Guerra, b/n durata 140 min. - Italia 1959.
In divisa da fanti il romano Oreste Jacovacci e il lombardo Giovanni Busacca vivono da opportunisti un po' fifoni il conflitto 1914-18. Catturati dagli austriaci, sanno morire con dignità. Due grandi istrioni – e alcune sequenze memorabili – in un affresco di complessa, cordiale, furbesca coralità. Sagace equilibrio tra epica e macchiettismo, antiretorica e buoni sentimenti. Leone d'oro a Venezia ex aequo con Il generale Della Rovere di Roberto Rossellini. Cinemascope. 2 Nastri d'argento: a A. Sordi e a Mario Garbuglia per le scenografie. Scritto con Luciano Vincenzoni, Age & Scarpelli. Alla lontana ispirato al racconto Due amici di Guy de Maupassant.
#24 - Luci della ribalta Un film di Charles Chaplin. Con Sydney Chaplin, Claire Bloom, Buster Keaton, Charles Chaplin, Nigel Bruce. Titolo originale Limelight. Drammatico, b/n durata 145 min. - USA 1952.
Con Luci della ribalta Chaplin ha voluto narrare una storia individuale, la storia di un declino e di una morte, e forse prefigurava se stesso, o voleva esorcizzare. Aveva sessantatré anni, pensava alla poesia e al sentimento e aveva finalmente accettato la parola nei film. Aveva capito che la parola non sarebbe servita, come nel Grande dittatore, a enunciare i grandi temi: il cinema non aveva necessariamente quel dovere e Chaplin non aveva quella capacità. Charlot aveva espresso i massimi valori e sentimenti col gesto e le azioni. Una bella storia individuale, capace di far ridere e sorridere, e anche commuovere, poteva essere altrettanto importante dei grandi messaggi sociali che aveva cercato di lanciare con immensa efficacia (Tempi moderni) o allarmante originalità (Monsieur Verdoux). È la vicenda di Calvero, vecchio artista del varietà nella Londra degli anni Dieci. Non ha più successo ed è malato. Salva la vita a una ballerina disperata, la cura e le dà fiducia. Ne fa un'artista e la porta alla sua "prima" trionfale. Nel frattempo chiede soltanto di fare un ultimo spettacolo e, se proprio non sarà successo, che non sia almeno un insuccesso. Aiutato dal suo partner (Buster Keaton) ottiene un vero trionfo. Nell'ultima gag cade dentro un tamburo e vi muore. Ma prima assiste al trionfo della sua protetta. Parabola straordinaria sull'altruismo, la fiducia e il coraggio. Il film commosse il mondo e Chaplin, ancora una volta, ebbe ragione. Aveva voltato pagina e si era di nuovo imposto, aiutato dalla freschezza del ricordo e dell'esperienza diretta, se è vero che Calvero era un po' Charles, ma soprattutto era suo padre che aveva fatto la fame dando piccoli spettacoli sui marciapiedi di Londra. Il dialogo è pieno di considerazioni che sembrerebbero minime e banali, ma sono strumentali e rinviano a certi concetti naturali che in quegli anni sembravano sopraffatti dalle tante guerre fredde e cacce alle streghe. E fu proprio quella la stagione che rese più inviso il grande inglese agli americani, anzi, al loro governo. Molte le scene da ricordare: le lezioni di vita a Claire Bloom, l'incontro successivo in cui lui le chiede l'elemosina, infine il numero finale con Chaplin al violino e Keaton al piano. E non si può non citare la colonna sonora composta dallo stesso Chaplin, uno dei più bei temi di tutta la musica da film.
Un film di Stanley Kubrick. Con Keir Dullea, Gary Lockwood, William Sylvester, Daniel Richter, Leonard Rossiter. Titolo originale 2001: A Space Odyssey. Fantascienza, durata 139 min. - USA, Gran Bretagna 1968.
Dall'alba dell'uomo (quattro milioni di anni fa) al primo volo verso Giove: c'è un monolito levigato che atterrisce le scimmie antropoidi e sbalordisce gli scienziati sulla base lunare. Una svolta nel cinema di fantascienza: nei modi asettici di un documentario scientifico Kubrick racconta una favola apocalittica sul destino dell'umanità – ispirandosi a The Sentinel (1948) di Arthur C. Clarke che collaborò alla sceneggiatura e scrisse in seguito il romanzo 2001 per chiarire i dubbi non risolti dal film. Continua a essere il film di SF più inquietante, adulto, stimolante e controverso che sia mai stato fatto, senza contare il suo fascino plastico-figurativo e sonoro-musicale. Distribuito in Super Panavision, s'avvale della fotografia di G. Unsworth e J. Alcott ed ebbe un Oscar (uno solo!) per gli effetti speciali di cui fu supervisore Douglas Trumbull. La voce italiana di Hal 9000 è di Gianfranco Bellini (1924), doppiatore di lungo corso che da ragazzino doppiò Freddie Bartholomew e perfino Shirley Temple (Alle frontiere dell'India). Musiche di Richard e Johann Strauss, György Ligeti.
Un film di George Lucas. Con Richard Dreyfuss, Ronny Howard, Paul Le Mat, Cindy Williams, Candy Clark. Commedia, durata 110 min. - USA 1973.
Sul ritmo di Rock Around the Clock, la notte brava di quattro adolescenti in una cittadina della California nell'estate 1962, mentre la guerra nel Vietnam bussa alle porte. Uno dei migliori risultati dell'operazione nostalgia a Hollywood: ricco di simpatia con qualche momento d'incanto malinconico, un gruppetto di attori spontanei anche se goffamente doppiati. Rimarrà come documento sociologico. 5 nomination agli Oscar.
An Underground Experience is a seedy documentation of one of the most important icons of subculture. She is caught on suitably grainy video footage doing what she did best, performing in an underground club. Shot in the early 80's with punk rock as an audience the film is hardly stunning, yet this somehow enhances its authenticity. Nico's presence is both powerful and at times moving especially during the interview section.
Andava. La vita s'apriva Agli occhi profondi e sereni? Andava lasciando un mistero Di sogni avverati ch'è folle sognare per noi Solenne ed assorto il ritmo del passo Scandeva il suo sogno Solenne ritmico assorto Passò. Di tra il chiasso Di carri balzanti e tonanti serena è sparita Il cuore or la segue per una via infinita Per dove da canto a l'amore fiorisce l'idea. Ma pallido cerchia la vita un lontano orizzonte.
Ciao a tutti, girovagando per il web ho scoperto un nuovo social network video, si chiama vimeo.com. E' molto carino, composto esclusivamente da videomaker che uploadano video autoriali.
Così mi sono imbattuta in questo video, che oltre ad essere carino.. ha una canzone non male... Se potete fateci un giro...
Joe Satriani, uno dei Guitar Heros del G3, sputtana clamorosamente i Cold Play citandoli in giudizio per plagio... colpevole la canzone "Viva la Vida" ultimo successo di quei disperati...
Joe Satriani però potrebbe anche vergognarsi di aver scritto una canzone alla Coldplay... mah
The New York City Blackout of 1977 was an electricity blackout that affected New York City from July 13, 1977 to July 14, 1977. Unlike other blackouts that affected the region, namely the Northeast Blackout of 1965 and the Northeast Blackout of 2003, the 1977 blackout was localized to New York City and the immediate surroundings. It resulted in city-wide looting and other disorder, including arson.
The blackout came at a low point in the city's history, with New York facing a severe financial crisis and fretting over the Son of Sam murders. The nation as a whole was suffering from a protracted economic downturn and commentators have contrasted the event with the good-natured Where were you when the lights went out? atmosphere of 1965. Some pointed to the financial crisis as a root cause of the disorder, others noted the hot July weather. Still others noted that the 1977 blackout came after businesses had closed and their owners went home, while in 1965 the blackout occurred during the day and owners stayed to protect their property. Looting and vandalism were widespread especially in the African American and Puerto Rican communities, hitting thirty-one neighborhoods, including every poor neighborhood in the city. Among the hardest hit were Crown Heights where seventy-five stores on a five-block stretch were looted, and Bushwick where arson was rampant with some 25 fires still burning the next morning. At one point two blocks of Broadway, which separates Bushwick from Bedford-Stuyvesant in Brooklyn, were on fire. Thirty-five blocks of Broadway were destroyed: 134 stores looted, 45 of them set ablaze.
In 1977, The Trammps released the song "The Night the Lights Went Out" to commemorate the electrical blackout.
According to Men in Black (1997), the blackout was caused by a super bouncing energy ball, and the blackout was a practical joke by "The Great Attractor".
In an episode of Phenomenon: The Lost Archives (documenting the works of Nikola Tesla), it was suggested that a Soviet radio tower, broadcasting "noise" which had been labeled the "Russian Woodpecker" by the CIA, coincidentally ceased after a year of continual transmission prior to the blackout.
The riot features in the computer game The Warriors as a level. The gang must loot shops, graffiti and then escape before the riot police arrest them, but instead the year being 1977 it is set in 1979.
The Rosewood Fall, a Californian powerpop band wrote a song about the blackout titled "New York City Blackout".
T.E.D. Klein's award-winning horror novella, Children of the Kingdom (1985), was set in part during the blackout.
Part of Jackie Collins's 1981 novel Chances was set during the blackout and it's aftermath. The episode Heatwave of the series Swingtown used a similar blackout, based on the New York incident, in its fictional Chicago of 1976 as a plot device.
Looting of electronics stores during the blackout allowed a number of kids to obtain DJ equipment. As a result, the Hip Hop genre, barely known outside of The Bronx, grew at an astounding rate from 1977 onwards. Here, South Bronx DJ Grand Wizzard Theodore (right) who invented the art of record scratching, poses with a fan wearing a 1977 blackout t-shirt.
Un film di Federico Fellini. Con Magali Noël, Ciccio Ingrassia, Bruno Zanin, Pupella Maggio, Alvaro Vitali.
Commedia, durata 127 min. - Italia 1973.
Rivisitazione – tutta ricostruita e mai così vera – della Rimini dei primi anni '30 col fascismo trionfante, l'apparizione notturna del transatlantico Rex, il passaggio delle Mille Miglia, la visita allo zio matto e la bella Gradisca. Vent'anni dopo I vitelloni F. Fellini torna in Romagna con un film della memoria e, soltanto parzialmente, della nostalgia. La parte fuori dal tempo è più felice di quella storica. Umorismo, buffoneria, divertimento, finezze, melanconia. Oscar per il miglior film straniero.
Un film di George Stevens. Con Rock Hudson, Elizabeth Taylor, Mercedes McCambridge, Carroll Baker, James Dean. Titolo originale Giant. Drammatico, durata 201 min. - USA 1956.
Rick Benedict, barone del bestiame del Texas, sposa Leslie Lynnton, bella e ricca ragazza del Maryland. Jett Rink, bracciante innamorato senza speranza di Leslie, scopre il petrolio in un terreno ereditato. Molti anni dopo, per prendersi una rivincita, Jett, ormai ricchissimo, corteggia una giovane Benedict. Da un romanzo di Edna Ferber (1887-1968) un Via col vento alla texana. Saga familiare, affresco storico-sociale, melodramma con tanti temi al fuoco: razzismo, matrimoni misti, bigottismo, conflitti tra generazioni, ossessioni psicoanalitiche. J. Dean ruba il film alla coppia Hudson-Taylor e ha almeno due scene memorabili. 10 nomination e un Oscar per la regia. Scritto da Fred Guiol e Ivan Moffat. Ultimo film di Dean, almeno in 2 momenti sostituito da una controfigura.