If your havin girl problems I feel bad for you son,
I got 99 problems but a bitch ain't one.
C'è hip-hop e hip-hop. Non sono mai stato un fan del genere, ma dopo aver visto questo video di Jay-Z mi sono dovuto ricredere su questa faccia da cazzo, che ha nel portafoglio mezzo miliardo di dollari e soprattutto si sta fottendo alla bell'e meglio qualcosa come Beyoncè Knowles. Cosa pensa del mondo lo grida fin dai primi memorabili versi: non me ne fotte un cazzo dei tuoi problemi con le ragazze, io ne ho ben altri e adesso te li racconto. Eppure questo è il bello: inizia non il lamento del ghetto ma una percussione ritmata, violenta e adrenalinica, mai vista da queste parti. Un ritmo metallico e cafone. L'autore del crossover è quel genio di Rick Rubin, 40 anni, già creatore di quel gioiello epocale che fu Walk this way cantata dai Run DMC. E lui eccolo qui, insieme a Jay-Z, con quell'aspetto da barbone sfuggito da un penitenziario del Texas. Il video è diretto da Mark Romanek, maestro dell'arte del videoclip, già regista di capolavori come Scream di Micheal Jackson, Bedtime Stories di Madonna e soprattutto Hurt di Johnny Cash, tutti degni di essere proiettati in loop dal MOMA di NY.
Jay-Z e la sua Beyonce' in realtà passano le nottati a lavorare in studio, lui a 28 anni era già capo della Def Jam Record e lei a 15 già si faceva le trafile da una parte agli altra degli stati del Sud per sbattere il culo davanti a qualche produttore: sono due dannatissimi carri armati dell'industria e possono permettersi di dire e fare quello che vogliono.
Però questa non è finzione: la merda di quest'industria bellica è molto più vera del buonismo della nostra viscida industria culturale. Capite di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di sensazioni purissime, di carne, di fisicità. Tutte cose totalmente sconosciute all'hip-hop di casa nostra, cresciuto nei centri sociali e non nelle periferie. Qualcosa è cambiato con la nuova ondata: Co Sang, Fuossera, A67, ed anche qui si potrebbe aprire un intreccio di nomi e di fatti: si da il caso che i Co Sang siano stati lanciati grazie ad un articolo di Roberto Saviano quando ancora non era divenuto famoso per Gomorra; che il loro primo video è una copia quasi spudorata di 99 Problems; e che, infine, il loro ultimo video sia stato girato con la consulenza di un writer molto famoso, Kaf. Ma sono casi isolati.
E poi: dove c'è empatia d'intenti e dove bieca speculazione?
Ascoltate infine Hate it or love it dei Game, cantata niente di meno che da 50cc. Come si può apprezzare 50cc? Eppure è possibile, se vedete il video della canzone, che racconta della gioventù nera che si arruola per l'Iraq, e decifrate i testi in slang:
"Hate it or love it the under dog's on top
And I'm gon shine homie until my heart stop.
Go'head'n envy me i'm rap's MVP
and i ain't going no where so you can get to know me"
Secondo me sono stupendi. Qualcosa di ispirante, di fenomenale, che ti entra nelle vene anche se hai solo capito di sfuggita cosa significhi. E questo non è provincialismo: è sentire il richiamo delle cose, della terra e della realtà. E' sentire il soffio caldo della vita che ti brucia sul petto, qualcosa che non ho mai trovato nella fiacca, lacrimevole e segaiola musica di casa nostra.
Hit me!
1 commento:
Bello il video...
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