venerdì 4 gennaio 2008

Napoli come Baghdad


Fuoco e fiamme: un'immagine brutale che potrebbe confondersi con i roghi appiccati dai ribelli in Kenya in questi giorni. Invece è Pianura, quartiere periferico di Napoli, dove i cittadini hanno creato da giorni un presidio contro la riapertura della discarica in località Contrada Pisani (foto Ansa)

UN giornalista inviato dal Tg3 Campania nell'inferno di Pianura, alle due del pomeriggio -cioe' quando la maggior parte dei napoletani e' ancora seduta a tavola-, ha pensato bene di cominciare il servizio parlando attraverso la cortina fumogena emanata da un tappeto di rifiuti che erano appena stati spenti dai Vigili del fuoco: un cumulo nero e puzzolente, tanto estesto da costringere le automobili -quelle che si vedevano sullo sfondo- a circolare con passo d'uomo. L'effetto visivo sconvolgente era assicurato. Nelle stesse ore, tutti i giornali dello Stivale aprivano con la medesima impostazione grafica: una montagna di monnezza su Repubblica: tanto grande da sovrastare uomini e veicoli; "Guaglio' che schifezza!", e' titolo come al solito delicato di Libero .
Ma questa volta la monnezza non si ferma ai confini nazionali: fa il giro del mondo. Arriva persino in Sudafrica, sul sito del periodico Iol , che ripropone anche un frammento dell'articolo di Michele Serra. In inglese l'effetto è ancora più sconcertante: i sei milioni di cittadini campani rappresentano una "community that is suffocating in its own excrement", che soffoca nei propri escrementi. In Austria il Kurier di Vienna affida ad una foto e ad una piccola didascalia la news: si vedono chili e chili di spazzatura che fungono praticamente da guardrail per la carreggiata, e un signore che gira in bibciletta costeggiando il pattume. La agenzia Adnkronos International, letta da milioni di persone ogni giorno, rilancia il monito europeo all'Italia sull'emergenza. Sotto questi titoloni fanno bello sfoggio immagini apocalittiche: autobus dati alle fiamme, poliziotti sotto shock, manifestanti manganellati, vigili del fuoco esausti e anneriti che sembrano usciti da Ground Zero, sagome in controluce che attraversano strade infuocate.
Ora si e' arrivati anche a impiccare manichini con il volto di Bassolino e della Iervolino (nota per la DIGOS: non è stato Il Richiamo!). Le frasi che accompagnano questa macabra trovata sono intrisi di quello humor funereo ("Addio munno 'e munnezz!", addio mondo di immondizia) che e' la forma di ironia più partenopea che ci sia. Un'idea geniale di "performance" sul territorio, messa subito in prima pagina dal Corriere, degna di essere studiata da quei geniacci del marketing che mandano le ragazzine a fare la lap dance in metropolitana per attirare qualche click in più sul proprio sito...
Insomma: Napoli, da città di scippi, camorra e contropaccotti, diventa città di guerriglia urbana e manichini impiccati. Migliore campagna di comunicazione non poteva esserci.
Intanto, per le strade, l'effetto della cronaca è palpabile: un misto di tensione, rabbia e vergogna. Al bar non si parla d'altro. Il blob maleodorante che si prepara a invadere ogni angolo di città ha ormai proporzioni epiche, i contorni della leggenda: ci si riferisce alle montagne di ecoballe accumulate a Taverna del Re (nome involontariamente mitico) chiamandole "piramidi atzeche", per la loro forma grottescamente squadrata e compatta. E la cronaca feconda persino nuovi modi di dire("Teso', vado a scendere a' munnezz!" "Aspetta, che mo' saglie 'ess!") - a dimostrazione di come la cultura urbana partenopea si ravvivi e dia il suo meglio (e il suo peggio) nello schifo. Il giornalista del Tg3, eccitato dall'idea di fare -per un giorno- il corrispondente di guerra, aveva capito tutto, e aveva trovato il modo migliore per rappresentare questo schifo, per farlo arrivare dritto sulla tavola degli italiani.

Nessun commento: