martedì 1 aprile 2008

Dai 7 ai 17 - Gli Anni Novanta così come li ho visti (e sentiti) - 1993

Il 1993 è fumo, il fumo denso dei copertoni che bruciano, delle sagome d'alluminio che si contorcono, della polvere da sparo che si mescola allo smog e ai vapori dell'afa. Mia nonna che sente i vetri tremare, un boato salire alto, lì nell'orizzonte di casa sua. Squilla il telefono nella scuola elementare Lombardi, alle Fontanelle, dove centinaia di ragazzi si sono affacciati alle finestre, per osservare lo spettacolo. Le maestre invece sono tutte in fila in segreteria, per rassicurare i parenti a casa. Mentro parlo con la nonna biascicando le parole che mi aveva messo in bocca la mamma, vedo che il cielo si è fatto nero, poi grigio, poi bianco, e dalle nuvole cadono pezzetti di legno, carte incenerite, lapilli incandescenti. "Gesù! E' saltato un deposito di fuochi d'artificio!", grida il bidello. Ma il 1993 è anche il viaggio in Francia, mia sorella ed io che litighiamo sempre, il caldo infernale davanti Notre-Dame, le code chilometriche davanti ad ogni museo: "E quando si entra? E quando si entra?". Poi i panini preparati in macchina, in una sosta lungo l'autostrada, e mangiati in un parcheggio. Il 1993 è anche montagne di cassetta ammonticchiate sotto il televisore, mille film registrati e visti più e più volte, etichette incollate e cancellate di continuo; un film che mi fa piangere sempre, e che faccio vedere a tutti, Philadelphia: mi piaceva tanto quella canzone, di chi era? Bruce Springsteen.


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