lunedì 14 aprile 2008

Recinzioni - THE "100 MOVIES I CAN'T LIVE WITHOUT" LIST

#96 - La meglio gioventù
Un film di Marco Tullio Giordana. Con Luigi Lo Cascio, Adriana Asti, Sonia Bergamasco, Maya Sansa, Fabrizio Gifuni, Jasmine Trinca, Alessio Boni, Camilla Filippi, Valentina Carnelutti, Andrea Tidona, Lidia Vitale, Greta Cavuoti, Riccardo Scamarcio. Genere Drammatico, colore 360 minuti.



Saga dei borghesi Carati, padre romano e madre milanese con due figli maschi e due femmine, dall'estate 1966 ai giorni nostri. Tre generazioni, da Roma a Palermo, da Capo Nord alla val d'Orcia, toccando alcuni dei grandi eventi collettivi di quel terzo di secolo: l'alluvione di Firenze (4-11-1966), i movimenti giovanili, l'antipsichiatria, la lotta armata tra i '70 e gli '80, la strage mafiosa di Capaci (1992). Di questo film corale – 6 ore in due atti – sono protagonisti i due fratelli Nicola, psichiatra basagliano, e Matteo, spigoloso poliziotto, entrambi figli del '68. Compatta e complessa sceneggiatura di Sandro Petraglia e Stefano Rulli con simmetrie, conflitti, incalzare di avvenimenti e sottigliezza psicologica, passioni e compassione, coraggio e tenerezza, scarti del caso e decisioni personali. Probabilmente è il risultato più ammirevole del loro lungo lavoro di sceneggiatori così com'è il più maturo e felice film di M.T. Giordana che alla maturità era giunto con I cento passi. L'alchimia e la sintonia fra i tre ha del miracoloso nel cinema italiano del primo 2000. In questo film di memoria – fedele al suo titolo che è di Pasolini, ma prima ancora di una canzone alpina della guerra 1915-18 – contano anzitutto i personaggi: non perché siano tipici o esemplari, determinati dagli avvenimenti: gli autori, anzi, ne hanno privilegiato l'irripetibilità e la singolarità. Alle virtù dello stile si aggiunge una lucida volontà di comunicazione emotiva con lo spettatore: ha il momento più alto nella sequenza dei libri (una grande A. Asti) dopo il suicidio di Matteo; qua e là nel 2° atto s'inoltra nel territorio del mélo, persino ruffiano nel finale, l'unica caduta di gusto che gli possiamo rimproverare.
6 David di Donatello e 6 Nastri d'argento. Premiato a “Un certain régard” di Cannes 2003. Prodotto dalla RAI i cui responsabili – per incompetenza e/o ignavia – ne hanno ritardato la messa in onda.

1 commento:

Unknown ha detto...

Anch'io metto "la meglio gioventù" nella top film che mi hanno segnato di più...Palermo-Sferracavallo estate 2003...