#61 - Roger & Me
Un film di Michael Moore. Con Michael Moore. Genere Documentario, colore 87 minuti. - Produzione USA 1989.
Avvertenza: la seguente recensione, mutuata in modo "semiserioso" dal Morandini, potrebbe irritare la sensibilità di Filippo Ceredi e di altri astanti al bar-meltingminds...
Roger è Roger B. Smith, dal 1981 presidente della General Motors, la più grande casa automobilistica del mondo. “Me” è il giornalista Moore, autore di un film in cui racconta come e perché per due anni cercò inutilmente di parlare con il primo per indurlo a far visita a Flint (Michigan) dove la chiusura di undici stabilimenti della GM aveva lasciato senza lavoro trentamila operai. Esplicitamente arrabbiato, sanamente fazioso, irresistibilmente umoristico, è un film che serve per capire gli Stati Uniti e i suoi abitanti, il capitalismo e la libera impresa. Nato e cresciuto a Flint, la città della Buick, figlio e parente di dipendenti della GM, Moore (1954) è il continuatore della grande tradizione del populismo di cui ha ereditato anche la demagogia. Demagogica è la trovata portante del semidocumentario – gli inutili tentativi per incontrare Roger B. Smith – che funziona come espediente: era impossibile, nella realtà, ottenere un colloquio con l'avvocato Agnelli senza un preventivo appuntamento. Ma occorre una bella faccia di bronzo per rimproverare, come viene fatto anche oggi, al "Davide"-Flint di ricorrere a qualche trucchetto nell'usare la fionda contro i "Golia" di turno. Come in tutti film di Moore, ci sono diverse scene destinate a rimanere della memoria: l'irruzione dello sceriffo nelle case degli sfrattandi, l'intervista a Pat Boone, il finale con la musica dei Beach Boys. È un viaggio che diverte, commuove e soprattutto non annoia per nessuno dei suoi 87 minuti. Distribuito in edizione originale con sottotitoli, è il documentario che ha incassato di più nella storia del cinema, fino a Bowling for Columbine.
Un film di Michael Moore. Con Michael Moore. Genere Documentario, colore 87 minuti. - Produzione USA 1989.
Avvertenza: la seguente recensione, mutuata in modo "semiserioso" dal Morandini, potrebbe irritare la sensibilità di Filippo Ceredi e di altri astanti al bar-meltingminds...
Roger è Roger B. Smith, dal 1981 presidente della General Motors, la più grande casa automobilistica del mondo. “Me” è il giornalista Moore, autore di un film in cui racconta come e perché per due anni cercò inutilmente di parlare con il primo per indurlo a far visita a Flint (Michigan) dove la chiusura di undici stabilimenti della GM aveva lasciato senza lavoro trentamila operai. Esplicitamente arrabbiato, sanamente fazioso, irresistibilmente umoristico, è un film che serve per capire gli Stati Uniti e i suoi abitanti, il capitalismo e la libera impresa. Nato e cresciuto a Flint, la città della Buick, figlio e parente di dipendenti della GM, Moore (1954) è il continuatore della grande tradizione del populismo di cui ha ereditato anche la demagogia. Demagogica è la trovata portante del semidocumentario – gli inutili tentativi per incontrare Roger B. Smith – che funziona come espediente: era impossibile, nella realtà, ottenere un colloquio con l'avvocato Agnelli senza un preventivo appuntamento. Ma occorre una bella faccia di bronzo per rimproverare, come viene fatto anche oggi, al "Davide"-Flint di ricorrere a qualche trucchetto nell'usare la fionda contro i "Golia" di turno. Come in tutti film di Moore, ci sono diverse scene destinate a rimanere della memoria: l'irruzione dello sceriffo nelle case degli sfrattandi, l'intervista a Pat Boone, il finale con la musica dei Beach Boys. È un viaggio che diverte, commuove e soprattutto non annoia per nessuno dei suoi 87 minuti. Distribuito in edizione originale con sottotitoli, è il documentario che ha incassato di più nella storia del cinema, fino a Bowling for Columbine.
4 commenti:
non male. solo un po' contorto quando parli del lato demagogico
ps dopo la nostra discussione nn me ne posso perdere una! :)
ehehe (ridacchio).
sai che potresti(e) fare? votare semplicemente SI o NO a seconda se condividete la recensione (o se il film lo mettereste nella vostra "Top100" del cuore - non dei "migliori film della storia", sia chiaro)..sarebbe carino condividere le opinioni..:)
mmmh, un po' riduttivo sì-no...
alcune cose a volte mi sembrano azzeccate, altre cose meno, e questo succede tanto più quanto più la recinzione é articolata, quindi non lo appoggerei come sistema. sul fatto che faccia parte della top 100...non so se ho film del cuore per arrivare fino a 100, ma questo lo escluderei
beh ovviamente potrei proporti di discutere ogni recinzione: il SI-NO era grossolano ma necessario per "motivi di tempo"..cmq ci siamo capiti.P.
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