martedì 17 marzo 2009

All-Time Favourite Directors

#7 - Billy Wilder


Maestro di commedie esilaranti, dal tocco leggero e insieme sottilmente pungente, autore di grandi storie drammatiche, amare e corrosive, capace di tenere insieme commedia e dramma in un infuso di sapore agrodolce, lascia una traccia indelebile nella storia di Hollywood e del cinema tutto. Austro-ungarico di nascita, giornalista prima a Vienna (dove riesce a farsi buttar fuori di casa da S. Freud) e in seguito a Berlino, svogliato studente di giurisprudenza all'università della capitale, «ghostwriter» occasionale, soggettista e sceneggiatore, lascia la Germania all'avvento di Hitler per emigrare prima in Francia e poi negli Stati Uniti.
Wilder scaverà nei traumi della società americana con occhio crudo e impietoso, mascherandoli dopo dietro il velo liberatorio delle situation comedy e del burlesque: Giorni perduti e Sabrina (1954); L'asso nella manica (1951) e Quando la moglie è in vacanza (1955). E diverrà ben presto un maestro in quella regia «invisibile», propria del film classico hollywoodiano, filmando il «dentro» e il «fuori» del cinema. Un titolo su tutti,Viale del tramonto (1950), dove mette in scena un morto che parla (W. Holden), che racconta in flash-back i retroscena del suo assassinio. Con L'appartamento (1960) piombano nella carriera di W. cinque Oscar. Grande intreccio di commedia e dramma, il film è un capolavoro dai toni farseschi e dal sapore crudo. J. Lemmon è perfetto nella parte del piccolo impiegato che pur di far carriera mette a disposizione il proprio alloggio per le scappatelle extraconiugali degli alti dirigenti. Servizievole, dimesso, sostanzialmente succube, Lemmon alza la testa quando scopre che la dolce S. MacLaine, amata in segreto, è una delle prede del proprio direttore.

"Il cinismo che a Wilder è stato da ogni parte attribuito è ben reale, ma è tuttavia quello dei grandi conoscitori della natura umana e non di coloro che – legioni nel nostro tempo e in ogni tempo – pretendono conoscerla per farne giustificazione alle proprie colpe o viltà. Alla lunga, ci si è pur accorti che Wilder è uno dei più acuti narratori della perdita di peso della morale individuale nelle spire della storia e nelle leggi dell’economia, che è insomma un grande moralista, e che dalla conoscenza delle umane debolezze egli non deriva una misantropica ripulsa dell’uomo, di cui anzi sa cogliere la delicatezza, tenerezza, solidarietà e dignità, ma semmai una sempre disincantata e a volte affettuosa partecipazione. Conoscere non vuol dire approvare, ma neanche ripudiare in una superba dichiarazione di distanza o di differenza. Maestro del dramma e della commedia, Wilder non ha lesinato giudizi e opinioni; talora conquistando immediatamente l’adesione del grande pubblico statunitense e talora invece – anche se l’aggressività non era maggiore e l’intelligenza dell’analisi e dell’accusa non era minore – irritandolo oltre modo perché toccava i suoi più radicati pregiudizi, il suo puritanesimo." (G. Fofi)


Titoli consigliati (e preferiti):
- Viale del tramonto (1950). Voto: * * * * *
- L'asso nella manica (1950). Voto: * * * *
- Quando la moglie è in vacanza (1956). Voto: * * * *
- A qualcuno piace caldo (1959). Voto: * * * * 
- L'appartamento (1960). Voto: * * * *

All-time directors: #8 - Marco Ferreri; #9 - Pier Paolo Pasolini; #10 - Clint Eastwood

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