venerdì 29 maggio 2009

The "100 MOVIES I CAN'T LIVE WITHOUT" List

#2 - Blade Runner
Un film di Ridley Scott. Con Harrison Ford, Sean Young, Daryl Hannah, Edward James Olmos, Rutger Hauer, Joanna Cassidy, M. Emmett Walsh, William Sanderson, Brion James, Joe Turkel. Genere Fantascienza, colore 118 minuti. - Produzione USA 1982.




Nella Los Angeles del 2019 un ex poliziotto torna in servizio per ritirare dalla circolazione due uomini e due donne “replicanti”, androidi prodotti di un'ingegneria genetica, così perfetti da risultare indistinguibili dai normali esseri umani. Ispirato al romanzo Ma gli androidi sognano pecore elettriche? (1968) di Philip K. Dick. Se gli anni Settanta hollywoodiani sono stati, per forza di cose, quelli della "cospirazione" (I tre giorni del condor, Erasehead, La conversazione, etc.), i successivi sono stati, per molti, quelli della "restaurazione": Blade Runner è invece, e di gran lunga, il miglior film "cospirativo" mai realizzato, esteticamente e visivamente figlio degli Ottanta ma, idealmente, più vicino al decennio precedente. Dopo Metropolis (1926) di F. Lang nessun film, forse, aveva proposto un'immagine così suggestiva e terribile del futuro come la metropoli multirazziale, modernissima e decadente, ideata dall'artista concettuale Syd Mead e dallo scenografo L. G. Paull (con gli effetti speciali di D. Trumbull). Il finale, imposto dalla produzione a Scott, è smaccatamente consolatorio (riprende delle sequenze tagliate da Shining di Kurbrick), ma il fascino figurativo, la splendida commistione di thriller nero e fantastico sono fuori discussione. Ovviamente i soci dell'Academy che dà gli Oscar non se ne accorsero. Nel 1991 fu rimessa in circolazione una nuova edizione curata dal regista, eliminando la narrazione fuori campo, con qualche ritocco e un finale diverso. Le musiche fenomenali di Vangelis mescolano atmosfere jazz, noir ed elettroniche, con risultati inquietanti e commoventi. Grandissima atmosfera e innumerevoli le sequenze indimenticabili.
"Bisogna esser grati a Ridley Scott della sua capacità di concentrare, di essenzializzare. E di aver tradotto in un barocco paesaggio di rovine tecnologiche ed ecologiche lo spazio del nostro vivere. Gli androidi sono tra noi, e la domanda che deve inquietarci deve essere quella dei due innamorati del film: lo siamo forse anche noi?" (G. Fofi)
"Il film è la divinazione di una sconfitta collettiva. È un’immagine tragica del futuro che corrisponde al nostro pessimismo di oggi. Gli anni Cinquanta, più freddi ma più fiduciosi, producevano fantascienza innocente, sogno e illusione. Qui siamo in un brutto incubo. Raccontato in un bellissimo film." (W. Veltroni)

2 commenti:

Unknown ha detto...

azz... ma sapete che io non l'ho mai visto tutto 'sto film... che lacuna!!!

paulmoss ha detto...

puoi dirlo forte.:)