venerdì 8 maggio 2009

La vera pandemia.



Il virus del rincoglionimento collettivo potrà pur essere sbarcato dalle pingui caravelle del capitale americano, ma i suoi effetti più devastanti si stanno vedendo, negli ultimi anni, nella vecchia Europa. Ai centri sociali che impiegano il loro tempo e le loro energie per scagliare sanpietrini contro le ambasciate Usa in Italia e per assediare le polverose basi Nato (ultimo lancio di missili datato 1999) mostrerei le pagine dei giornali: negli Usa la nuova Miss California, una "sgualdrina demente" secondo la definizione del blogger Perez Hilton, è sotto torchio da settimane per aver definito la sua "nazione ideale" fatta di sole "coppie etero". Sempre in California, lo Stato che ha eletto Schwarzenegger come governatore, i matrimoni omosex sono legali, e forse tra qualche mese saranno legalizzati pure la coltivazione e il consumo di marijuana.
Tornando un attimo nel modestissimo cortile di casa nostra, le ultime novità parlano di un governo, quello italiano, che ha rispedito nell'inferno libico centinaia di clandestini, senza nemmeno farli attraccare in porto. Comprensibile soddisfazione del ministro Maroni, per quello che, in gergo, si chiamerebbe un "lavoro pulito". Nelle stesse ore un deputato leghista, un tale Salvini che ha proprio la faccia di uno di quei padani grigi, incattiviti e castrati dallo stress metropolitano (sene vedevano tanti nella mia università: solitamente hanno anche il colorito giallognolo e una fastidiosa tendezza all'acutizzarsi della voce - vedi Alberto Stasi) proponeva di adibire uno scompartimento dalla metro ai soli milanesi. Giustamente si chiedeva Michele Serra con quali criterio si dovrebbe procedere al riconoscimento dei lumbard doc: se pretendendo l'esibizione del panettone o di una "M" marchiata sul polso. Ma tant'è, così vanno le cose in questo primo orrendo scorcio di millennio.
Le giornate parlano, per forza di cose, anche del caso "Veronica-Silvio", e sfido a dire che non riguarda la nostra democrazia. Il punto non è se la diciottenne Noemi ha non ha qualche segreto legame di sangua col premier; non è se Veronica Lario ha torto oppure ragione a sentirsi offesa come donna; non è, infine, il tipo di raporto instauratosi tra la misteriosa famiglia della ragazza e Berlusconi. Il fatto centrale è l'assoluta, arbitraria ostentazione di sicurezza da parte di un potere che ormai sa di poter dire tutto e il contrario di tutto. Allestendo salotti televisivi intitolati "Adesso parlo io" (Porta a Porta, con il maggiordomo Vespa che fa: "auguri, presidente!"), imbastendo scusanti che solo agli idioti si possono rifilare (le continue arramipicate di specchi riguardanti la vicenda, smascherate, e non da oggi, da D'Avanzo su Repubblica), e imponendo al suo regime mediatico di prendere le difese del "galantuomo ferito", persino quando la sua devozione-paganeggiante straripa nella più bieca ipocrisia.

Probabilmente abbiamo la democrazia comatosa che ci meritiamo (il 61% dei cattolici italiani approva l'operato del premier). Probabilmente nessuno ha un simile, intollerabile concentrazione di kitsch, demagogia e servilismo cortigiano come il nostro governo. Ma il cattivo gusto non è una prerogativa italiana. Le armi di distrazione di massa, specie quelle televisive, le abbiamo tutte importate dall'estero. Dagli Usa e dall'Europa nordica, soprattutto. Tra X Factor, Grandi Fratelli, Fattorie e Talpe, non c'è reality che non sia riprodotto con modalità del tutto simili, e medesimo successo, in qualche altro paese del Vecchio Continente. In Inghilterra, Germania e Francia probabilmente si parla più di global warming che di conflitto d'interessi. Ma alla moribonda Jade Goody, xenofoba partecipante ad un Big Brother inglese, è stato riservato uno spazio e un'attenzione così imponenti, che per settimane il volto più noto a grandi e piccini è stato quello calvo della ragazza dopo la chemioterapia. In Francia la personalizzazione della politica ha raggiunto livelli tali che su Sarkozy e le sue donne si parla in maniera non dissimile che da noi - tant'è che la stampa lo apostrofa sempre di più come il "Berlusconi d'Oltralpe". Mentre negli Usa il presidente Obama ha accolto a braccia aperte il paradosso incredibile di una Fiat agonizzante nel 2004 e che ora sta salvando le casse della americanissima Chrysler, in Germania la stampa sobillata dai nazionalisti sta pubblicando vignette feroci contro gli "italiani-mangiaspaghetti", compaesani della UE che si osano papparsi pure la Opel.
Certo sono esempi diversi per stile, forma, argomento. E ogni paese ha la sua "sensibilità democratica". Ma qualcuno mi spieghi cosa fanno gli under 35 del vecchio Continente per arginare una deriva populista che è già in atto, come la nostra. Come si muovono? Cosa si dicono? E non parlo solo delle élite di fortunati che ancora possono permettersi di indignarsi, confrontarsi in comode "bolle di cristallo" grazie ai collegamenti Skype e Ryanair, e magari di non conoscere le vicende di basso gossip televisivo o di potere. No. Parlo di quelle masse (se il termine non scandalizza) più facilmente sedotte dal messaggio qualunquista, dall'apatia civile e dal disimpegno. Prive di grandi partiti capaci non di imporre nuovi valori, ma perlomeno di avere uno sguardo, un pensiero forte che appare svanito assieme all'impegno delle élite. Un arretramento ancor più deprimente perché riguarda chi ha ancora tutto da lottare. Sono i giovani europei ancora disposti a scendere in piazza, a confrontarsi con la realtà miserrime, scomode, puzzolenti, nelle quali il nichilismo degli Anni Zero ha messo radici?
(to be continued...)

1 commento:

Federico ha detto...

bel pezzo paolo.
mi fa venire in mente una domanda...
è ancora attuale, oggi, per chi si definisce di 'sinistra', considerare 'il popolo' come porprio punto di riferimento e il 'proletariato' come propria sorgente culturale?
Quanto più guardo il 'popolo' (sia qui che in italia), tanto più vedo non tanto la vittima quanto la causa del trash. Quando guardo il 'popolo', in loro vedo la polizia violenta, la paranoia acuta, la xenofobia senza scampo, la certezza della fede...

Mi chiedo quindi, quale rapporto si può avere con il 'popolo'/plebe/massa? Bisogna 'educarli'? Bisogna fargli riscoprire la loro 'coscienza di classe' (quale classe, poi?)? Sono davvero le disparità economiche a deìfinire chi è 'buono' e chi è 'cattivo'?

domande aperte, in ceracdi risposte...