venerdì 22 maggio 2009

Una tassa sul voto indiretta?

PIU' di duecentocinquantamila sono gli studenti italiani fuorisede. Ogni anno, ad ogni elezione, si ripropone loro il medesimo problema: come votare? L'unica soluzione è dispendiosa, complicata: comprare un biglietto e recarsi presso il proprio seggio di residenza giusto per il giorno necessario al voto. Ma, se pure fosse possibile prevedere questo appuntamento con largo anticipo, non sempre gli esami, impegni presso gli stages, o anche semplicemente la disponibilità economica degli stessi studenti permettono di organizzarsi in questo modo. Un volo low-cost da Londra, Berlino, Barcellona a Milano (25 euro tasse incluse) costa, in media, otto volte in meno di un qualunque volo Milano-Roma (160 euro), o di un treno Eurostar Milano-Napoli (177 euro).
Abbiamo visto gli scontri per la "Poll Tax" del 1990, a Londra. Ma costringere uno studente senza lavoro a spendere cifre folli per eleggere l'assemblea che deciderà del suo futuro, non è un'uguale ingiustizia?  
Duecentocinquantamila studenti, specie se fuori-sede, non rappresentano solo lo 0,5% degli aventi diritto al voto, ma anche un bacino elettorale particolare, dal punto di vista umano e civile: generalmente sono più sensibili di altri ai temi della politica, dell'attualità sociale ed economica; conoscono bene le difficoltà di cavarsela da soli, di avere a che fare con realtà particolari quali sono quelle universitarie, in cui lo sfruttamento, la competizione esasperata e l'incattivirsi della società raggiungono spesso vette inaudite. Gli studenti fuori-sede sono forse l'avanguardia -non la più radiosa ma certamente la più dinamica- di quest'Italia dove persino i reclusi, persino gli esiliati volontari hanno diritto di votare, e di farlo comodamente presso la propria città. E così si vuol negare a questa fetta di società un elementare diritto. E' il caso di fare qualcosa. 
Rinunciare all'esercizio di scegliere è legittimo. Quando si è (praticamente) costretti a farlo, è ingiusto.

6 commenti:

Jallo ha detto...

parole sante.
PS: se riuscissi a essere così sintetico in altre occasioni ti leggerei più spesso

paulmoss ha detto...

grazie.
sebbene ogni concetto si possa esprimere in poche parole, non sempre questa è la via migliore per farlo recepire...

Jallo ha detto...

paul, sei una delle persone più prolisse che conosca

paulmoss ha detto...

ma è così bello parlare, scrivere, comunicare. perche', anziché ridurre ogni concetto ad una battuta o a un bofonchiare, non si riscopre il gusto della dissertazione?
quanto tempo passiamo ipnotizzati da Youtube e quanto a leggere i nostri amici?:)

lafranzine ha detto...

Carver dimostra come la sintesi e la semplicità siano ricerca e non pressapochismo o scarsa attenzione.

paulmoss ha detto...

A Carver -buonanima- davano spazio in interi saggi per scrivere le sue tesi, e non in 1500 caratteri su un blog.:)