domenica 7 giugno 2009

Dittature e narcisismo.


Cina. 2009. Incredibile.

“Votare, almeno per me, è un gesto umile e razionale. Significa, lo dico brutalmente, accettare di far parte di una mediocrità collettiva (la democrazia è anche questo) piuttosto che di un’ eccellenza appartata. Votare significa accettare i limiti non solo di un partito e dei suoi candidati, ma anche i propri. Il non voto è una specie di “voto in purezza”, un gesto estetico e sentimentale che antepone l’ integrità dell’ io alla contaminazione del noi. L’ astensionista menefreghista (quello che una volta si chiamava qualunquista) è uno che non si immischia, l’ astensionista nobilee deluso di oggi è uno che non si mischia: cerca di salvare se stesso, la propria coscienza, la propria coerenza, levandoli dal tavolo di gioco e portandoseli a casa. Se è il narcisismo la colpa che, giustamente, si imputa ai dirigenti della sinistra e del centrosinistra, specie i post-comunisti, l’ astensionista sappia che rischia di peccare anch’ egli di narcisismo. Aiuta e serve solo se stesso, lasciando in mani altrui la precaria, vischiosa materia dell’ identità collettiva. Questa sinistra, queste sinistre, sono anche il prodotto delle nostre idee (quelle giuste e quelle sbagliate) e delle nostre vite. I loro pregi e i loro difetti assomigliano molti ai nostri.” (Michele Serra)

1 commento:

lafranzine ha detto...

io ho anteposto la mia purezza alle liste presentate e soprattutto al costo e tempo del tragitto per dover tornare a casa. Peace and love!