giovedì 23 luglio 2009

R come Ridere.

Una cosa che sopporto malvolentieri: le risate violente, fragorose, spiazzanti. In una parole, le risate fuori luogo. Quelle che esplodono senza preavviso, senza che se ne avveda il motivo, e ti sovrastano con tutta la loro cafonaggine: sproporzionate, immotivate - ma quale risata, in fondo, lo è? - e incontrollate. Come un assolo non richiesto. Un'emanazione brutale slegata da qualsiasi relazione con l'altro. Quasi sempre accade questo nel buio di un cinema, in un ristorante pieno, o durante un ricevimento: ecco che esplode il ridere inopportuno, scrosciante, sganasciato. Infelice. Sono risate che non significano condivisione, ma prevaricazione. Ci si trova in mezzo agli altri e si ride, ma è un ridere di solitudine. Non esprime gioia spontaneità, ma voglia di farsi notare, urlando, in questo sordo mondo bastardo.

4 commenti:

lafranzine ha detto...

ma le risate riguardavano te?
ah.. i traumi

Jallo ha detto...

a me capita di ridere con una certa veemenza arcine, però non é colpa mia :I
galeotto è il film e chi l'ha scritto!

paulmoss ha detto...

altolà (sudore?): nessun riferimento ai meltingmindiani!(dovrei metterci ogni volta un "disclaimer")
trattasi di una serie di osservazioni sulla fauna sociale che mi circonda.
E', semplicemente, chiedersi: perché?:)

paulmoss ha detto...

ps.: qualcosa mi doveva suggerire che proprio voi due eravate i più affetti, qui in mezzo, dalla cosiddetta "ridite spastica" :))