domenica 26 luglio 2009

T come Tabù.

Percorrendo tutte le mattine, per andare a scuola, quell'angusta e scoscesa stradina detta "il Cavone", mi imbattevo spesso in (per me allora) strani personaggi, curiosi animali (per esempio un cane malridotto che sembrava un incrocio con un leone) e bassi dalle porte perennemente spalancate a boccheggiare sul marciapiede. In uno di questi miseri alloggi, un giorno mi capitò di intravedere il corpo di un anziano signore, vestito di nero, disteso sul letto con in mano un mazzo di fiori, e il volto incorniciato da un fazzoletto bianco annotato sulla fronte. Tutt'intorno erano sedute piccole donne, giovani e meno giovani, con in mano una tazzina che attendeva d'essere riempita con un po' di caffe'. Un brivido di pudore mi percorse la schiena, mentre continuavo la mia passeggiata con lo zaino sulle spalle: mi tornò in mente l'immagine di un nonno, di uno zio baciati sul letto di morte, un momento prima che scomparissero dalla mia vista - tradizione questa, che da bambino non riuscivo a capire; e il candore dei lenzuoli che ricoprono i corpi anche quando sono abbandonati nello squallore di una strada, sotto la polvere di un cantiere, ai margini di una carcassa d'automobile, e tu li vedi così, di sfuggita, quasi per caso, rubando un attimo di quella intimità e portandotelo dietro.
In quel freddo e crudo istante, in quello sguardo, ebbi una impudica confidenza con la morte, una confidenza che oggi il benessere e l'idolatria dell'ego - della sua permanenza - stanno per rimuovere dall'esperienza umana. La morte suscita imbarazzo, balbettii e ribrezzo. Mi chiedo quale intellettuale, quale avanguardista, quale mente aperta che si professi tale abbia il coraggio di fare i conti con l'espressione materiale della fine senza aggirarne l'ostacolo - descrivendola, sublimandola: renderla metafora e non materiale, appunto. Per questo oggi la morte, quella fisica, è il più importante tabù sociale che ci sia, ben più del sesso e forse ancor più delle feci.

1 commento:

Federico ha detto...

Salvatore Natoli ne parlava in 'L'esperienza del dolore'. Qui: http://www.ibs.it/code/9788807102677/natoli-salvatore/esperienza-del-dolore