L’altro giorno ho iniziato a saltare di gioia quando ho scoperto questo chitarrista australiano di nome Xavier Rudd. Pensavo che artisti come Ben Harper, Ani Di Franco, Dave Matthews e Bob Marley fossero unici e inimitabili: una volta che hai finito di ascoltare la loro discografia riparti dall’inizio e così all’infinito fino a quando non ti decidi a spegnere il lettore mp3 colto da overdose sonora. E invece mi piomba direttamente nelle orecchie questo sound acustico che racchiude i diversi stili dei miei idoli sopra citati.
Tipico biondo surfista, anche se un po’ cicciotello, con atteggiamenti hippie, ecologista convinto, pacifista appassionato e persona dalla spiccata sensibilità esoterica… E’ il tipico one man band il cui valore viene apprezzato soprattutto dal vivo quando suona contemporaneamente chitarra acustica, slide stile Weissenborn, canta e si accompagna alle percussioni. Ma soprattutto utilizza in modo stupefacente tre didgeridoo (lo strumento a fiato degli aborigeni australiani dal suono ipnotico e ammaliante) montati su altrettanti sostegni in modo che si possa insufflarli senza bisogno di usare le mani. Ha già 4 album da studio all’attivo, di cui l’ultimo “White Moth” è stato appena pubblicato, e altrettante registrazioni di concerti. Nella sue canzoni svaria attraverso molti stili diversi, dal reggae al rock, dal blues al folk esaltandosi in acrobazie acustiche veramente di impatto. La sua musica, piena di charme, poesia ma anche di ritmi spumeggianti e drive trascinante, parla di rispetto per le proprie radici, di non violenza, di attenzione verso l’ambiente; e soprattutto non perde mai occasione di ricordare l’importante eredità culturale del popolo aborigeno.
Per apprezzarlo fin da subito consiglio il cd “Food in the Belly” o il live “Good Spirits”.
venerdì 26 ottobre 2007
Xavier Rudd
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