E' tempo di regali e puntualmente ci ritroviamo senza un'idea decente per onorare il Sacro Natale nel suo tempio: sotto l'albero. Dunque ecco qualche veloce consiglio, condensato in una "Top 3" di recente ispirazione, per fare un salto in libreria e poter dire: "Me l'ha consigliato un tale, su Internet, un certo Paul Moss":
1) Un Uomo - Oriana Fallaci (1980): romanzo d'amore, romanzo politico, romanzo di denuncia: romanzo miracolo! Dimenticate l'ultima Fallaci, quella delle invettive islamofobe, e scopritela nel suo periodo di massimo fulgore letterario e giornalistico.
2) Dona Flor e i suoi due mariti - Jorge Amado (1966): avvolta da un'atmosfera magica e straordinaria, mirabilmente scritta in uno stile sconosciuto fino a quel momento in Europa, è una commedia sul variopinto universo del Brasile del Dopoguerra, la sua epoca d'oro, incarnato dall'irresistibile sessappiglio tropicale della protagonista e delle sue ricette.
3) Dispacci - Micheal Herr (1977): l'opposto dei tanti reportage sensazionalisti sul Vietnam, la prosa irresistibile di Herr -piena di riferimenti alla cultura pop dell'epoca, infarcito di citazioni, di espressioni dialettali dei militari- è sostanza pura, funzionale alla narrazione: un viaggio lisergico e insieme lucidissimo nel dolore che si distilla in saggezza, con una morale che non concede scampo.
Altri consigli in ordine sparso:
La conquista del Messico: il problema dell'altro - Tzvetan Teodorov (1986): sconvolgente e dettagliatissima analisi sulle ragioni che hanno portato al più grande genocidio della storia, mirabilmente scritto;
Niente e così sia - Oriana Fallaci (1969): report dal Vietnam nel quale l'elemento umano (di chi racconta e di chi è raccontato) è sempre in primo piano, con innumerevoli episodi memorabili;
Se il sole muore - Oriana Fallaci (1965): un anno di vita con gli astronauti alla vigilia della Missione Apollo, è la fonte primaria d'ispirazione per Il Fine Ultimo...;
La polvere del Messico - Pino Cacucci (2003): viaggio stile "turisti per caso" in ogni angolo nascosto del Paese, "quello-più-vero", a volte ispiratissimo a volte un pò piatto, ma comunque gradevole;
Gabriella garofano e cannella - Jorge Amado (1958): non irresistibile come Dona Flor, è tuttavia straordinario per la rievocazione del clima progressista e avventuriero del Brasile anni Trenta.
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