giovedì 28 febbraio 2008

Richard Avedon - In the American West

E' solo per caso se mi ritrovo a parlare per la terza volta in quattro post di fotografia; però ieri mi è capitato di vedere una delle mostre fotografiche più toccanti degli ultimi anni, a Milano.
Sto parlando di Richard Avedon, allo Spazio Forma (via gentilino).

Nella mia ignoranza abissale credevo che si tratasse "solo" di uno dei più grandi fotografi di moda mai esistiti. Mi sbagliavo. Si tratta di uno dei più grandi fotografi della storia.

In particolare sono rimasto sbalordito dalla profondità, l'intensità e la grazia raggiunte nella serie In The American West, realizzata dal maestro americano tra il '78 e l'84, all'apice di una carriera già quarantennale (e sarebbe morto nel 2004).

Avedon decise di ritrarre, per una volta, non personaggi famosi o legati al jet-set culturale, bensì quelle persone che il potere non ce l'avevanoe che non ce l'avrebbero mai avuto, sepolte nei deserti e nell'anonimato della provincia più provinciale americana. Per intenderci, i personaggi delle storie cantate da Bruce Springsteen in capolavori come Nebraska e The River.

Ecco un assaggio (parzialissimo) di questi capolavori:


James Story, coal miner, Somerset, Colorado, December 18, 1979.


Billy Mudd, Trucker, Alto, Texas, May 7, 1981.


Charlene van Tighem, physical therapist, Augusta, Montana, December 18, 1979.


Sandrah Bennet, 13 yrs old, 17 May, 1981.

Originalissimo e perverso Witkin, non c'è dubbio. Farò di tutto per vederlo. Neanche Avedon c'entra molto con Salgado, che per me resta il migliore (cercate le sue foto in qualche raccolta cartacea: internet purtroppo uccide questo tipo di emozioni). Ma il tuffo al cuore che si prova guardando la serie Father (gli scatti rubati del padre, malato di cancro, dal '69 al '73) da soli meritano il prezzo del biglietto.

2 commenti:

Unknown ha detto...

grande, voglio andare anch'io a vederla...

Roberta ha detto...

grande paul! io la mostra l'ho vista domenica scorsa e anche a me ha colpito moltissimo: quell'uomo era veramente uno scrutatore d'anime...
...inscì veghen, come si dice a milano (anche se non so se si scrive così!)