sabato 31 maggio 2008

A RISCHIO DI SICUREZZA

Stupri e violenze su donne italiane e straniere.
Un buon pretesto,un alibi presto dimenticato?
Sia che il violento sia straniero o italiano
quale sicurezza per noi?
La Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate
Vi invita a discuterne:


Martedì 24 giugno 2008
dalle ore 17.30 alle 21.00
CAMERA DEL LAVORO DI MILANO – SALA BUOZZI
CORSO DI PORTA VITTORIA, 43


Rispondo qui a GAIA&FEDE dopo i commenti al mio post "Uomini contro la violenza dove siete?" appello di Marisa Guarneri:
Secondo me,entrambi avete ragione nel dire che la violenza non deve essere assolutamente fomentata dagli organi di comunicazione di massa, a nessun livello ci si può permettere di alimentare questa cultura che non riguarda solo le fasce sociali più basse ma anche e ovviamente quelle più alte e acculturate.
La violenza credo sia la massima espressione della frustrazione.Nasce in un determinato contesto familiare ed è per questo che le cause psicologiche e materiali di questa manifestazione di rabbia possono essere individuate e affrontate attraverso il dialogo.Credo che la violenza si possa curare,che non sia una malattia genetica,credo che ci voglia da una parte e dall'altra,violenti&violentati, comprensione e aiuto. Nella nostra società si apre un panorama variegato di fenomeni di violenza che rende inutile ogni tipo di generalizzazione.
Ho pubblicato questo post perchè so per fonti a me vicine quanto il CADM abbia investito energie per realizzare una rete di sostegno per le donne maltrattate consentendo loro di uscire da situazioni soffocanti. Sono d'accordo con Fede sulle frasi un po' sessiste.Anche a me non piace considerare l'uomo come un nemico da disprezzare,piuttosto come l'altra metà da interpellare per giungere ad una visione completa del problema 'violenza'. Quindi,alla luce dei numerosi stupri avvenuti a Milano e nel resto d'Italia,e all'ombra di quelli che rimangono impuniti e senza titoli sui giornali, desideravo conoscere l'opinione di qualche ragazzo perchè credo sia importante che anche l'uomo dica la sua!Forse,di fronte ad alcuni uomini che usano la violenza,sarebbero più ascoltati,più capiti.O forse è solo interessante capire cosa voi pensiate quando si dà notizia di stupri su donne e quali reazioni scattano dentro di voi.
E' semplicemente un invito al confronto.Solo desiderio di conoscervi un po' più a fondo.

4 commenti:

paulmoss ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
paulmoss ha detto...

Mi scuso a nome di me stesso per aver commentato con disarmante ritardo questa discussione, che tuttavia è interessante e proprio per questo non merita la solita battuta fulminea da blogger frettoloso...

Innanzitutto, mi dispiace dirlo, ma trovo fuorviante il tono allarmistico con cui è posto il problema. La violenza sulle donne è sempre esistita, e ciò non vuol dire che non bisogna combatterla (prima di tutto culturalmente) ma non mi pare giusto gridare alla "carneficina femminile" soltanto perché i mass media -quegli stessi che tutti, ormai, riteniamo responsabili di più e più psicosi- la esibiscono come tale.

Stiamo ai fatti. Dati alla mano, siamo sicuri che le statistiche ci dicono che la violenza nei confronti della donna (italiana o straniera) è in aumento? Bene, se è così, confrontiamole con quelle dei paesi più "avanzati", che cioè hanno un livello superiore di PIL, alfabetizzazione, ricercatori strapagati, e un livello inferiore di "cultura plebea come la nostra". A quali paesi ci appigliamo? Francia e Inghilterra, dove le babygang compiono decine di delitti all'anno? Oppure gli Stati Uniti, dove a 15anni il tasso di dipendenza da sesso-droga-alcool è a livelli inimmaginabili?
Se guardassimo oltre le Alpi e oltre la Manica, scopriremmo una violenza urbana incredibile rispetto alla provinciale cronaca della "signora Reggiani uccisa a Tor di Quinto" o del "video della 13enne messa su Youtube." Nei grandi agglomerati come Parigi, Londra o NewYork sono -anche in questo- certamente più "seri" di noi: e infatti le notizie sui "turpi orchi stupratori", sbandierati dai nostri giornali di destra, e che hanno fatto vincere Alemanno, non sarebbero nemmeno notizie: non perché inesisteni, ma perché già ampiamente metabolizzate come routine cittadina.
Troveremo che gli unici Paesi nei quali la donna è -davvero- più rispettata in confronto a noi, sono quei paesi con una maggiore integrazione degli extracomunitari, con maggiori opportunità per il sesso femminile nel campo del lavoro e con un minore grado di urbanizzazione delle metropoli. In poche parole, la Scandinavia, l'Olanda, il Benelux e qualche remota comunità di lapponi.

Tutto il resto del mondo occidentale ripropone, attraverso i maxischermi, un'orgia cupa e viscosa di sesso, sangue e violenza totalmente gratuiti. Che vogliono dare -nello stesso tempo- scandalo e istigazione. Scandalo al momento del delitto (lo stupro), istigazione al momento della mercificazione: le tette i culi in tv, riproposti con ossessivo feticismo dalla tv pubblica, sono per me una forma di istigazione alla violenza sessista. La liberazione del corpo (della femmina) è ben lungi dal rappresentare la liberazione della donna. Nè in Italia nè altrove nei Paesi del G8. E la vera violenza, quella dei rapporti socio-economici, quella delle cento e più mafie che strangolano le economie e le carriere, le istituzioni pubbliche e private, quella sì provoca frustrazione, e non la vedrete mai sui giornali, nè in un'invettiva di questa Guernieri.

Inoltre non è questione di cultura "alta" o "bassa": la dicotomia è già stata superata, e lo sappiamo, dall'immenso allargamento del ceto medio occidentale, che ingloba le aspirazioni peggiori della cultura "alta" con gli istinti peggiori della "bassa": nessuno può affermare seriamente che queste reazioni becere, razziste, sessiste sono uno prerogativa della "plebe". La violenza possessiva e materialista è insista in tutte le fasce sociali e anche tra gli strati di popolazione più istruiti: non c'è bisogno che ce lo dicano le femministe. Da loro mi attendo, piuttosto che suscitare la pur giusta indignazione maschile contro gli altri maschi, che cerchino di indagare combattere -politicamente, culturalmente, attivamente- i meccanismi che provocano le suddette reazioni becere nell'animo umano.
E' lo stesso discorso delle notizie "scandalose" che ci piovono in testa circa la crisi dei rifiuti: leggere per indignarsi non basta. Nè fare indignare gli altri. Occorre capire quali sono gli spazi per agire, ed entrarci dentro.

Unknown ha detto...

Tutto chiaro.Grazie del commento.
Non per fare l'avvocato della Guarneri,ben lungi dai miei interessi, da me qui esposti chiaramente,ti confermo che questa associazione è già attiva da molti anni nel combattere politicamente,culturalmente,attivamente la violenza contro le donne.Certo la matrice di alcuni loro interventi è dichiaratamente femminista,ma alcune posizioni che ha espresso nel suo 'appello', pubblicato in prima pagina da Liberazione,le ho trovate interessanti e condivisibili.

Unknown ha detto...

Tutto chiaro.Grazie del commento.
Non per fare l'avvocato della Guarneri,ben lungi dai miei interessi, da me qui esposti chiaramente,ti confermo che questa associazione è già attiva da molti anni nel combattere politicamente,culturalmente,attivamente la violenza contro le donne.Certo la matrice di alcuni loro interventi è dichiaratamente femminista,ma alcune posizioni che ha espresso nel suo 'appello', pubblicato in prima pagina da Liberazione,le ho trovate interessanti e condivisibili.