giovedì 19 giugno 2008

...Rialzati, Italia?

Vittoria soffertissima e inaspettata, capace di trascinare le folle in piazza per Cassano mentre in Parlamento si approvano leggi liberticide, nell'indifferenza generale (o quasi): anche in questo è stata, possiamo dirlo, una vittoria tipicamente italiana. Monca, rabbiosa, giunta nel momento di massima depressione e umiliazione. Agonia e Resurrezione. Patetismo e riscatto. Buon cuore e grande Culo. Ma è stata solo la conclusione di una delirio collettivo, iniziato molto prima: laddove immaginavamo complotti c'è stata la semplicità, l'onesta del professionismo (l'Olanda già qualificata che batte 2-0 la Romania, di fatto è l'unica entità da ringraziare per la serata dell'altroieri); laddove immaginavamo pasticci e debacle, c'è stata concentrazione e determinazione inflessibili (il nostro 2-0 contro i bleus). Insomma tutto è andato come nessuno sperava che andasse in questi casi, e cioè con tanta fortuna dal nostro lato. Si chiude così un ciclo iniziato dieci anni fa, con quella sconfitta -ingiusta- ai rigori ai mondiali di Francia, passando per lo scioccante rimonta subita agli Europei del 2000, la vittoria ai rigori del Mondiale di Germania ma poi, di nuovo, la semi-revanche dei transalpini alle qualificazioni per gli Europei. Speriamo adesso di non ritrovarci per un bel po': questa rivalità, vera o presunta, è stata tirata fin troppo a lungo per la cravatta; lasciamola alla coppia più kitsch del potere mondiale, quella Bruni-Sarkozy che rappresenta l'unione delle due culture, sì, ma nel loro peggio: opportunismo esterofilo da una parte, ostentazione del potere e della grandeur dall'altra. E pensiamo al ct francese Domenech, appena eliminato e probabilmente prossimo al licenziamento, che dichiara innanzi a tutto: "Penso solo a sposare la mia ragazza". Romanticismo da baguette, pessima cartolina di congedo per un personaggio che, negli ultimi due anni, ha sparso veleni e illazioni sulla nostra e altrui (in questo caso dell'Olanda) onestà. E poi la platora di commentatori del nostro servizio pubblico, pagati per parlare sempre e comunque bene dei soliti-nomi-intoccabili, tronfi di populismo stile-ventennio. Tutto questo mi fa ribrezzo. Lascino a noi, dunque le briciole di vero populismo e di vera cafonaggine. Una squadra ritrovata, la vittoria dei mediocri e dei modesti, in una partita giocata male per metà del tempo, con due gol fortunosi e l'aiuto determinante di un'altra squadra, con i pronostici e l'umore contro, nemici fuori e dentro il terreno di gioco: insomma, può esserci soddisfazione maggiore del ritorno del figliol prodigo all'ovile, sudicio e impuzzolentito dalla sbornia pagana? Dunque si festeggi pure, si saltelli sulle stampelle come ha fatto il buon Cannavaro, meno liberi e più malconci, ma si festeggi: è un segno di vita.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Grandissimo Paul... hai reso benissimo il significato che si nasconde dietro una partita come Italia - Francia...
Perchè il calcio spesso unisce come è successo a Gaia con la sua esperienza... ma molto più spesso il calcio serve a prendersi delle rivincite patriottiche... con la Francia, beh, non ha prezzo

paulmoss ha detto...

più che rivincite patriottiche, che è un concetto che aborrrro, io parlerei di scossoni di dignità..

Federico ha detto...

ottimo commento pablo,
multilivello e completo.
Ah! se bruno pizzul e montanelli potessero leggerti!

gaia ha detto...

ci hai fatto attendere con ansia, ma ne è valsa la pena, davvero bel commento!
pero', oltre a sarkosy-bruni, voglio citare l'esempio per eccellenza del connubio italia-francia che meglio interpreta le migliori qualità dei due paesi: ebbene signori: LA CREPE ALLA NUTELLA. n'è vero? ;)

paulmoss ha detto...

che dire ragazzi, grazie davvero..
ora, dopo la crepe, speriamo di mangiarci pure la paella...;)
in quanto a bruno pizzul..beh, ne faccio senza!:D