sabato 31 gennaio 2009

alfredo jaar a proposito del cox

“Il divario tra la cultura italiana e la situazione attuale è scioccante e aumenta di giorno in giorno.Questo vuoto è causato da numerosi problemi strutturali, come l'assegnazione politica di posizioni culturali che vengono rimpiazzate da ogni nuovo governo. In queste circostanze la continuità e la profondità dell'impegno sono impossibili.Un altro problema che non si riesce ad affrontare è la mancanza di musei d'arte contemporanea e di istituzioni simili, completamente dedicati alle arti visive e alla cultura. Se paragonati per esempio a quelli di Germania, Francia o Spagna, i numeri dell'Italia sono incredibilmente miseri. Questo è davvero drammatico e assurdo.Ciò ha penalizzato enormemente la visibilità nel mondo degli artisti e degli intellettuali italiani, che sono costretti a emigrare.Di fronte a un panorama talmente triste e desolato, gli artisti e gli intellettuali italiani sono stati costretti ad affrontare in prima persona questo impellente argomento. È una questione di pura sopravvivenza.È così che sono nati luoghi come Cox 18. Creati da artisti e da intellettuali per artisti e intellettuali, sono gli spazi culturali più generosi delle città e hanno un ruolo fondamentale di cui non si fa carico nessun'altra istituzione. Sono spazi aperti, liberi, multidisciplinari e democratici. Cox 18 è un centro sociale storico che ospita anche la libreria Calusca e l'Archivio Primo Moroni. Cox 18 e altri spazi, come per esempio la Casa degli Artisti, hanno un'importanza vitale per la sopravvivenza della cultura italiana. Una cultura viva deve essere creatrice e Cox 18 crea cultura, la condivide con tutti i milanesi e gli italiani. La protegge. La accudisce con tenerezza. La cultura è la sua raison d'être.Cox 18 è uno spazio di speranza.Oggi si trova sotto l'assedio di un governo autenticamente fascista, che non capisce il termine cultura. Che non riconosce la cultura come elemento fondamentale della vita.La mia opera artistica non esisterebbe senza Gramsci, Pasolini o Ungaretti. Quando ho creato il mio progetto pubblico Questions, Questions per le strade di Milano, stavo rendendo partecipi i milanesi delle mie paure in merito alla cultura italiana. L'attuale realtà di Cox 18 e di altri spazi simili sono una drammatica conferma di questi timori.Milano si deve mobilitare per fermare questo crimine. Perché si tratta di un crimine vero e proprio, perpetrato davanti ai nostri occhi increduli. Ci sono già stati fin troppi delitti. Ora basta. La cultura italiana si merita di meglio”.

4 commenti:

paulmoss ha detto...

sono stato a un convegno di Jaar una settimana fa, intitolato "che cos'è la cultura", parte conclusiva di un progetto urbano dedicato a Milano: centinaia di pannelli neri, con domande stampate a caratteri cubitali, color fucsia: "serve la cultura?", "gramsci oggi?", "la ricerca di pasolini a milano?", etc. molto interessante, tutto molto bello.

"un altro problema che non si riesce ad affrontare è la mancanza di musei d'arte contemporanea e di istituzioni simili, completamente dedicati alle arti visive e alla cultura."

Non sono d'accordo, su questo punto.. I musei d'arte contamporanea abbondano. Mostre sul contemporaneo straripano ovunque. Semmai è un problema di originalità, di selezione. Di qualità. Il contemporaneo abbonda perché è di moda. Ma dov'è la vera produzione di nuovo? Scarseggia assai.
Jaar conosce poco la realtà italiana? Non credo, perché poi quando aggiunge:

"Cox 18 è uno spazio di speranza.Oggi si trova sotto l'assedio di un governo autenticamente fascista, che non capisce il termine cultura.."

Beh Jaar da quello stesso governo si è fatto sponsorizzare un progetto da decine di migliaia di euro, perché ha trovato il solito assessore ben disposto a finanziare l'artista da sbandierare come segno del "progresso culturale" cittadino.

Del resto, se "i numeri dell'Italia sono incredibilmente miseri. Questo è davvero drammatico e assurdo.Ciò ha penalizzato enormemente la visibilità nel mondo degli artisti e degli intellettuali italiani, che sono costretti a emigrare...", qualcuno dovrebbe spiegare loro come si fa a sopravvivere negli stessi contesti che li strangolano. Quello sì, che sarebbe un convegno interessante. Altro che mobilitazioni contro il regime.

gaia ha detto...

caro paul, smascheri jaar contraddittorio nel criticare il governo e poi ricevere i finanziamenti dalla provincia di milano per un suo progetto di successo. si,non fa una piega, hai ragione.
ma: non trovi che sia abbastanza interessante, e forse oserei dire grottescamente geniale, il fatto che sia stato finanziato un progetto pubblico che in centinaia di manifesti chiedeva alla città "dov'è la cultura a milano?" e che in tutta risposta questo progetto si stia riversando contro la stessa amministrazione che lo ha pagato profumatamente? jaar ha posto tra le altre una semplicissima domanda nei suoi manifesti, e la risposta a questa domanda la sta dando con i fatti e una grandissima figuraccia proprio lo stesso soggetto che ha finanziato la realizzazione di questa domanda. diciamo che il lavoro di jaar con una semplicità disarmante ha ingrandito come sotto a una lente d'ingrandimento la contraddizione intrinseca e, oseri dire la stupidità, di un'amministrazione talmente idiota da pagare lo stimolo a una riflessione per i cittadini che la vede inevitabilmente perdente.
farsi pagare dal signorotto di turno un progetto che renda manifesta a tutti la stupidità del signorotto, senza neanche che questi se ne renda conto...non male no?
ah, questi artisti....dio li fa e il demonio se ne impossessa...
a parte tutto, com'era la conferenza? volevo andarci anche io ma non ho fatto in tempo...

Federico ha detto...

caro pab,
sono d'accordo sul fatto che non sia certamente la quantita' dei musei di arte contemporanea a fare la qualita' dell'offerta...ma...non si puo' proprio dire che in italia 'abbondino'!

Ad ogni modo, bisogna ricordare che e' vero che i musei abbiano un'importanza fondamentale nello sviluppo a livello internazionale della carriera di un artista: tramite loro, la produzione artistica nazionale viene filtrata, selezionata e, cio' che viene ritenuto sufficiente valido, viene 'istituzionalizzato','sacralizzato' e proposto al circuito internaizonale di istituzioni e mercati di arte contemporanea.

Purtoppo, senza musei (di buona qualita' e riconosciuti internaizonalmente...non come quella cosa, il mart di rovereto...), i nostri artisti 'locali' saranno destinati per sempre a restare 'locali'.

Quindi, anche se non e' certo il sistema istituzionale a sfornare la nuova arte, e' pur vero che e' grazie ad esso che esso da' una speranza concreta agli artisti locali e crea un indotto fondamentale. Con grandi ripercussioni psicologcihe possitivbe. Che e' proprio quello che manca in Italia.

Per il resto, sono d'accordo con gaia...

E comunque, adesso che ho saputo che anche il rolling stone chiude, non rimane praticamente piu' niente a milano dei posti dove andavo...
sigh..

Lafranzine ha detto...

Io mi trovo pienamente d'accordo con Gaia. E la ringrazio per aver postato questo pezzo.