giovedì 23 aprile 2009

Ma l'amor mio non muore.



Sempre più sono convinto che Berlusconi in questi ultimi mesi stia agendo da vero genio della comunicazione. E' vero, tutto gli va per il verso giusto - il terremoto, il caso Englaro, la crisi internazionale e i rumeni assassini - ma ogni manna dal cielo viene colta dal premier e trasformata in oro colato, in subdola e irresistibile propaganda. E' ormai sempre più orientato a divenire, con la compiacenza dell'opposizione, il "presidente di tutti". Che deve piacere per forza, a destra e a sinistra e al centro. Il 25 aprile? Franceschini - buon uomo - l'ha sfidato a partecipare, almeno per quest'anno. E lui ci sarà, non ci sarà: per giorni non si è parlato d'altro. Ci sarà: precisamente ad Onna, comune colpito dal terremoto. Dove, si è scoperto, nel '44 ci fu anche una strage nazista. Due piccioni con una fava. Voto: 9. Ma il voto: 10 se lo merita per la questione G8. Può ben permettersi, Berlusconi, di spostarlo con un colpo di mano dalla Maddalena all'Aquila. In fondo, così non solo eviterà il rischio no-global, ma dimostrerà ancora una volta ai suoi aedi di essere il "presidente del FARE", deciso, spigliato, vivo e dinamico nell'eterna cultura dell' "emergenza". Tanto ormai la Sardegna l'ha già vinta: Cappellacci, il suo governatore "fantoccio" ("l'ho scelto perché figlio del mio commercialista", disse), dovrà solo provarci, ad azzardare una minima protesta.


p.s.: in tutto questo ieri sera ho visto Katyn (già recensito dal buon Ceredi). Voto: tre stelle e mezzo. Non eccessivamente ostico - pensavo peggio - ma certamente un po' monocorde e appiattito sulla necessità di informare. Grandiosa la scena dell'eccidio: la ripetizione ossessiva della stessa scena (il proiettile alla testa) è di un'efficacia straordinaria. Resta il fatto che in platea c'è stato qualcuno che ha avuto persino voglia di accennare una protesta per "l'immagine distorta del comunismo che con questo film viene data". Mah.

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