mercoledì 27 maggio 2009

Family Guy.


Stasera c'era una "maratona" dei Griffin (Family Guy) al cinema Mexico. La sesta serie - inedita in Italia - proiettata senza interruzioni, gratuitamente. E' stato, e lo dico senza amarezza, uno spettacolo sconcertante. Non tanto per il cartone animato in sé, abbastanza anonimo in realtà - premetto di non essere mai stato un suo fan - quanto per il pubblico in sala. Ero con amici in mezzo a trecento o più persone, in coda per entrare, e ho potuto intuire il tipo di target lì radunato: quasi tutti giovani, età media tra i venti e i trent'anni, di tendenza sicuramente sinistrorsa, visi intelligenti e sarcasticamente scazzati di chi sa di essere intelligente in una città-che-non-ti-merita. Insomma una fetta di società che, in quel momento, praticava allegramente e con spensieratezza la sua "resistenza culturale" al sistema. Vi dicevo dello sconcerto: ma sì, speravo che la famigliola americana ritratta con cotanto squallore fosse anche portatrice di messaggi interessanti, scomode intuizioni, battute sagaci come quelle dei Simpson. Invece l'anticonformismo cittadino applaudiva, senza nemmeno un secondo di tregua, un prodotto seriale volgare ed estenuante, quasi asfissiante nel suo montaggio zeppo all'inverosimile di flashback inutili, che avevano il solo scopo di superare la misura di grottesco che la platea già s'attendeva. Un continuo "dare di gomito" col vicino di posto; un ossessivo: "io li adoro!" che veniva gracchiato di bocca in bocca. Un ridere amaro della propria impotenza culturale mentre sullo schermo scorrevano, in rapida successione: Madre Teresa di Calcutta, la guerra in Iraq, la sodomia, l'automutilazione, le torture di Abu Graib. Tutto in un flash. O meglio, in uno sputo, uno scatarro. Come vuole la logica dell'epoca. Chi più ne ha: non a caso il produttore è la qualunquista Fox di Murdochiana proprietà, che ricicla e/o clona i suoi prodotti, tanto è sicura di trovar fessi che li eleggano a cult. E intanto la "resistenza" cittadina si sganascia e applaude. 
Poi lo chiamavano "Veltrusconi", le anime belle. 

10 commenti:

Jallo ha detto...

e vai col vetriolo!
anche io sono perplesso da quelli colla faccia sinistrorsa e il culo al posto del cuore

Anonimo ha detto...

io li adoro!!!
(hihihihihihihih)
gaia

lafranzine ha detto...

anche a me piacciono un sacco...

paulmoss ha detto...

Io trovo che sia umorismo superficiale, invece.
Rincoglionente e cinico.
Studiato a tavolino, somministrato con furbizia: per fare "cult", appunto.
l'autore dei Griffin potrebbe essere un bambino di 10 anni.

lafranzine ha detto...

gusti. Non dico che sono un cult, però non mi dispiacciono e ti dirò di più sono loro fan su facebook! Orrore! E a volte mi fanno più ridere dei simpson e di south park! Blasfemia!
Fortuna che non sono sinistroide...

Anonimo ha detto...

volevo scrivere blasfema

paulmoss ha detto...

E' chiaro che il problema non sono i Griffin in sé...né il fatto che i sinistrorsi usino Facebook e diventino "fan" di chicchessia(ci mancherebbe, non siamo in Afganistan).. ma il fatto che certi prodotti preconfezionati vengano "adottati" da platee culturalmente critiche che poi se ne vantano pure. Sbandierando la propria dipendenza dalla "macchina" consumistica imposta dall'alto, come un segno di resa sui tempi. E poi per altre cose, invece, rispolverano grossolanamente un certo integralismo talebano.

lafranzine ha detto...

ben detto ora riflettiamoci... allo specchio :-)
Un po' come la musica anni 80, i film prodotti a hollywood, internet e il computer... e non ultimo vaffanculo di Masini.

Dai...

paulmoss ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
paulmoss ha detto...

Esattamente.
Io mi non sognerei mai di dire che hollywood è l'avamposto dell'imperialismo bushista (o che Masini è solo un portasfiga, ehm forse questo sì), per poi essere il "target" del sistema in mille altri modi, più sottili...

Ci immergiamo nel consumismo per curiosità, passione, divulgazione. Ma non ci compiaciamo - o almeno, non dovremmo compiacerci - della nostra "resa" incondizionata.

Conoscere il "pop" e il "camp" del mondo è giusto, anzi approvo: per questo ero alla presentazione. Sporchiamocele le mani. Accendiamo pure la tv. Ma il compiacimento no, non l'approvo. E' un culto pagano, qualcosa che i Grandi Capi pianificano a tavolino, ridacchiando. Di più, tutto questo è depressivo.