sabato 30 maggio 2009

http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/politica/g8-sicurezza/manifestanti-roma/manifestanti-roma.html

http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/politica/g8-sicurezza/manifestanti-roma/manifestanti-roma.html

3 commenti:

paulmoss ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
paulmoss ha detto...

analisi interessante e con molte verità.
ma qualche spunto mi viene in mente:

1) il Movimento dei movimento aveva e ha caratteristiche troppo eterogenee per potersi costituire come "epocale". Troppo difficile (e Genova nel 2001 lo ha dimostrato) mettere insieme cattolici, anarchici, postmoderni, terzomondisti, Agnoletto e un Casarini...

2) Il movimento era in crisi già molto prima che il capitalismo globale mostrasse le sue crepe. Nel 2003, in realtà, c'era stata la più grande manifestazione di tutti i tempi contro la guerra in Iraq, in Italia e nel mondo, ma era servita a ben poco. Il movimento è morto sì per consunzione, non per realizzamento degli obiettivi.

3) Anzi, approfondiamo questo tema. Quante sono le speranze in una "catarsi" del capitalismo dopo questa crisi? Io non credo che la globalizzazione sia finita, anzi. Io credo che il limite e la forza di questi movimenti sia la loro (più che legittima) voglia di "estraniarsi" da questo sistema. Sono cellule embrionali di una rinascita civile, ma così piccole e deboli, così controverse da risultare facilmente cancellabili dalla più flebile onda.

Purtroppo senza strutturazione, senza organicità, le mille sigle del nuovo 2.0 si disgregheranno come è già successo in passato, senza possibilità di incidere nel reale e nel collettivo, ma solo nel loro isolato percorso biografico.

Una rivolta per sua natura già "ibridata" con la globalizzazione (le sigle e gli slogan ricordano quelli della pirateria internettiana) può essere anche solo estetica, o funerea...

Spero di essere smentito dai fatti.

lafranzine ha detto...

Ma imparare a mettere i link no?