Un film che parla della morte in colori pastello. Non è un film, è realtà.
La regista australiana è riuscita a costruire la realtà usando il più totale artificio. Non è un film parlato, è un film di fotografie. Ogni singolo fotogramma è studiato al millimetro e evidentemente e artificialmente costruito.
Un film che racconta l'incomunicabilità non comunicando. Non parla, mostra solo dettagli. Esattamente come nella realtà, il film è soffocato da una marea di pensieri che viaggiano più veloci e più intensamente delle parole, mostrando in modo delicato, sensibile e assolutamente non scontato come la parola sia uno strumento così limitato e limitante (come tutti gli altri del resto).
Una totale e completa solitudine che diventa un muro invalicabile e anche l'unica vera ragione alla base dell'azione, della reazione e del contatto umano.
Un film che ha bisogno di attenzione assoluta, la regista lascia dettagli che sta a noi vedere per costruire tutto il resto. Come nella vita, non ci viene detto nulla. Sta sempre e comunque a noi avere la voglia e la pazienza di osservare gli altri prima di ascoltarli.
3 commenti:
wow...mi incuriosisce incredibilmente....ma è uscito da poco? nel senso, è reperibile in qualche cinema anche a milano, o conviene cercarlo altrove?
cinema :-)
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