venerdì 31 luglio 2009
Nana Mouskouri.
Franco Battiato.
Elvis Presley (da "Aloha From Hawaii" del '73, indimenticabile.
Michael Nyman - Water Dances: Synchronizing
dedicated to my darling friends
giovedì 30 luglio 2009
Stase 30.07.09 ore 21:30 in poi!!!
Io e la Fra saremo lì verso le 21:30, dai fate un salto prima di partire per la vacanze se non l'avete già fatto...
mercoledì 29 luglio 2009
Beatles' first visit in the United States (1964).
La prima volta dei Fab Four negli States, nel 1964. Viaggio dall'aeroporto JFK di New York all'hotel. Paul ascolta la radio che annuncia il loro arrivo mentre, fuori dall'automobile, alcune fan li riconoscono e iniziano a inseguirle. Memorabile.
martedì 28 luglio 2009
Meltingquote
lunedì 27 luglio 2009
domenica 26 luglio 2009
T come Tabù.
se lo dice lui...
sabato 25 luglio 2009
Sperando che il 29 settembre sia così
c'mon c'mon
With these ropes I tied can we do no wrong
Now we grieve cause now is gone
Things were good when we were young
With my teeth locked down I can see the blood
Of a thousand men who have come and gone
Now we grieve cause now is gone
Things were good when we were young
Is it safe to say? (c'mon c'mon)
Was it right to leave? (c'mon c'mon)
Will I ever learn? (c'mon c'mon)
(c'mon c'mon c'mon c'mon)
As I make my way c'mon c'mon
These better nights that seem too long
Now we grieve cause now is gone
Things were good when we were young
With my teeth locked down I can see the blood
Of a thousand men who have come and gone
Now we grieve cause now is gone
Things were good when we were young
Is it safe to say? (c'mon c'mon)
Was it right to leave? (c'mon c'mon)
Will I never learn? (c'mon c'mon)
(c'mon c'mon c'mon c'mon)
Is it safe to say? (c'mon c'mon)
Was it right to leave? (c'mon c'mon)
Will I never learn? (c'mon c'mon)
(c'mon c'mon c'mon c'mon)
And know this day these deepened wounds don't heal so fast
Can't hear me croon of a million lies that speak no truth
Of a time gone by that now is through
D come Dolore
Il dolore esiste 'in mezzo', tra il soggetto e il mondo circostante: il suo posto è nel limbo rossastro delle percezioni. Quando è con noi, il dolore agisce come un filtro sporco, come un guardiano malevolo posto alla dogana del transito delle impressioni tra il mondo e noi e tra noi e il mondo. Il dolore è sempre totalizzante, pretende concentrazione assoluta e blocca eficcemente ogni possibile distrattore che provenga dal mondo esterno. Per quanto riguarda le distrazioni che sorgono naturalmente nei nostri pensieri, il dolore le sa addomesticare e, come un mandriano, le fa girare attorno a se stesso. Nulla gli sfugge.
Il dolore ha successo là dove i nostri sforzi coscienti di addomesticare la mente e di regolare le percezioni faliscono. Dovremmo imparare dal dolore: la sua infallibilità, la sua precisione, la sua rapidità, la sua onnipresenza.
I come Innamorarsi.
A come Acqua
venerdì 24 luglio 2009
I consigli di zio Silvio
in fondo su una cosa si può essere d'accordo col papi
http://espresso.repubblica.it/multimedia/
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giovedì 23 luglio 2009
R come Ridere.
mercoledì 22 luglio 2009
domenica 19 luglio 2009
Journey to the Center of the Mind
mercoledì 15 luglio 2009
Un calcio nelle palle così tanto per ricordarvi come va il mondo
"Il mondo non si divide tra i buoni che danno l'euro e i cattivi che danno il calcio nelle palle. Il mondo è un'automobile chi sta dentro decide se dare euro o calci nelle palle, chi sta fuori sta zitto."
Arrivederci Melting minds...
Me ne vado un po' nel mio paradiso marino.
Mai come quest'anno sento di averne bisogno
per ricaricare le pile scariche.
Quest'anno non ne voglio saperne di vestiti o
clienti o orari...solo tanto tanto tanto
mare, sole e relax maximus...
E ovviamente pensatemi costantemente
a spasso col mio migliore amichetto:
il mio nipotastro!!!
Manu in zia mode...
Tanti baci a quelli che li vogliono...
A super presto...dIVERTITEVI!!!
E penserò un sacco alle sceneggiature del
nostro mitico ALIENATO...che ormai è la nostra
mission ferragostana!!!
Buona estate--
Live in Bucuresti. (1992)
Tutto quanto espresso qui, rappresentato al cubo: divinizzazione, fanatismo religioso, coreografie fantasmagoriche.
Sensazionale e irripetibile.
* notare il ballo con gli uomini in divisa che - non a caso - sono una via di mezzo tra i generali dell'Armata Rossa e Mr. Bison.
** notare le facce tra il pubblico rumeno.
OGGI SCIOPERO
1 - pubblica sul tuo blog il logo col megafono che vedi sopra
2 - Titolo del post: "Oggi sciopero"
3 - Pubblica la tua foto col bavaglio, se puoi.
4 - Segnala il link a "Diritto alla Rete" per le nuove adesioni
martedì 14 luglio 2009
TEHRAN: lettere dalla repressione
"Da dove comincio? faccio un breve elenco e vi do l'autorizzazione ad inoltrare questa e mail a tutti. visto che il minimo che si possa fare e` di smascherare queste bestie. ok da una settimana che i cellulari non funzionano dopo il pomeriggio e niente sms 24 su 24 ore da 7 giorni. i satelliti non funzionano. quindi niente bbc, euronews, cnn, ecc.le schede telefoniche per chiamare all'estero non funzionano. internet funziona ma hanno filtrato tutti i siti comunicativi tipo facebook, you tube, sempre cnn, bbc, qualsisasi cosa centri con le notizie. e` poi con ADSL la velocita` e` 3kb!!!!!!!!!! pensate un po'! praticamente siamo in una gabbia tutti prigionieri senza poter comunicare con nessuno. telefoni fissi e le chiacchiere tutte sono controllate. dopo il pomeriggio se cammini per la strada se vai nelle piazze o nei corsi principali ti picchiano cosi basta che tu sia vicino a loro, non importa l'eta` o il sesso. hanno l'autorizzazione per sparare. e poi non tutti di loro sonoriconoscibili perche` in ogni manifestazione che facciamo tanti di loro incogniti con abiti normali fanno la manifestazione insieme a noi poi in un certo punto tirano fuore le armi e comincino a picchiare e addirittura uccidere.
le ambulanze che ci mandano non sono affidabile perche` portano i feriti in un ospedale dipendente dal governo che probalimente lascia morire tutti. e se riusciamo ad accompagnare qualcuno in un ospedale privato,il giorno dopo attaccano l'ospedale e si riprendono i feriti.
ma siamo uniti piu` che mai e non abbiamo paura quando stiamo tutti insieme. con un elemento verde un pezzetto di tessuti verde facciamo le manifestazioni. il verde e` il simbolo del candidati MOUSSAVI per cui abbiamo votato tutti e che sappiamo tutti che ha vinto al 100% le elezioni. una bravissima persona molto intelletuale sia lui che sua moglie. alle 10 di sera andavamo sul tetto per mostrare la nostra disapprovazione dando lo slogan ALLAH AKBAR che in arabo vuol dire Dio e` piu` grande.visto che 30 anni fa quando i nostri stupidi genitori hanno fatto la rivoluzione islamica davano lo stesso slogan! ma finito anche questo perche` dall'altro ieri sera sparano anche verso i tetti degli appartamneti da cui sentono questo slogan!!!!!!!
ormai apriamo le finestre spegniamo le luci e urliamo sempro lo stesso slogan cosi siamo piu` sicuri. 2 sere fa davanti ai miei occhi hanno sparato a un ragazzo ventenne ed e` morto .
la zona in cui abito io e` uno dei piu` importanti centri dove la gente si riunisce e purtroppo anche dalla camera da letto fino alle 3 di mattina sento le voci i pianti gli urli gli spari... sono peggio di hitler. vedere delle immagini non basterebbe mai a capire quello che stiamo passando, mai. E purtroppo la maggior parte di noi sappiamo che tutto questo sangue non servira`a nulla. Questo dittatore uccide e uccide e alla fine si riprende la vita quotidiana,ma per ora si continua.
hanno arrestato la maggio parte dei leader riformisti. hanno attaccato casa dello studente dell'universita` di Tehran, di Shiaraz e quello di Isfahan. di immagini ne abbiamo ancora poche visto che abbiamo grande difficolta` di comunicazione ma vi mando tutto quello che ricevo o via e mail o via face book. per ora con una specie di rompifiltro riesco ad entrare in facebook ma devo tolgiermi le foto e mi devo pure cambiare il nome. perche` saro` in guai visto che controllano ogni mossa nostra.
l'unica cosa che mi potete fare e spargere le notizie e diffondere le immagini.
un abbraccio forte
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lunedì 13 luglio 2009
meltinquote # ?
domenica 12 luglio 2009
La Milano dei nostri sogni.
sabato 11 luglio 2009
La mia proposta per questo sabato sera...
il mio compito l'ho svolto...
Ho pensato per stase. Anche se l'idea non è molto original
unisce lo stare all'aperto, la musica, il divertimento,
il farsi corteggiare da una bella zanzara e...
il tutto aggratis...
Si! Ma cosa?
Spazio Petardo @ Magnolia...
BHo, pensateci e se avete altre proposte, a me va bene tutto!
A stase...
MELTINQUOTE: geopolitica
"G8, raggiunto l'accordo sull'Africa: è quella grande sotto l'Europa."
(Michele Mons, davanti al Rattazzo, venerdì sera)
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giovedì 9 luglio 2009
Il dio-giocattolo che incantava adulti e bambini.
Una delle performance più incredibili che si ricordino ebbe luogo durante l'intervallo del 27° SuperBowl. La sua sagoma fu catapultata sul palco, al centro dello stadio, dopo un'esplosione di fuochi artificiali e una pioggia di lapislazzuli dorati. Al suo atterraggio, tra il boato generale, rimase immobile che come una scultura: pugni chiusi verso il basso, occhiali da sole, abbigliato con una divisa luccicante e solenne, in pieno stile marziale come voleva la sua icona nei primi anni Novanta; restò completamente per interi minuti mentre, tutt'intorno, i corpulenti rugbisti, le cheerleaders, i ballerini di scena, e i bambini a cavalcioni sui papà gridavano all'unisono: Mai-col! Mai-col!.
Qualunque altra superstar in quelle sembianze sarebbe apparsa grottesca o quanto meno fuori luogo; invece MJ riusciva a rappresentare il puro entertainment, la giocosità adatta anche ai bambini, il ludico fatto persona, il kitsch superfluo eppure perfettamente calzante allo spettacolo. E, insieme, la natura ultra-terrena del suo essere una mega-popstar. Poi, quasi impercettibilmente, con un gesto lentissimo, porto le mani alle tempie, rimuovendo gli occhiali. Con uno scatto infine li gettò via, e iniziò a cantare e ballare. La folla esplose definitivamente.
Una grandiosa epica, quella di MJ, che spinge a interrogarsi sull’irresistibile attrazione delle masse verso la semidei pagani creati artificialmente dall'industria del divertimento. E, soprattutto, sulla componente cristologica di questo fenomeno mondiale nato a Gary, Indiana, mezzo secolo fa. Oggi infatti celebriamo una music machine programmata (condannata?), fin dall’età di quattro anni, a suon di cinghiate e al costo di disumani sacrifici, a sfornare un successo dopo l’altro, sbalordimenti e balocchi ad uso e consumo delle masse. Un individuo che, secondo una perizia medica del 2005, era regredito «ad un’età mentale» di un decenne. Più grande, secondo la scrittrice Germaine Greer, di Nureyev e di Nijinsky, anche loro morti troppo presto. Più grande persino di Fred Astaire, per aver ha reso l’energia liberatrice e scatenante del ballo, del suo movimento sublime, un qualcosa di irresistibile e, apparentemente, alla portata di tutti: del bambino grassoccio che danzava come in Thriller, dello studente occhialuto che imitava le schioccate di Bad, della ragazzina introversa che si vestiva con il suo look androgino. Ma cos’altro era, in fondo, Michael Jackson, se non un dio-giocattolo?
Non possono spiegare MJ quelli che lo hanno scoperto già adulti, o quelli che si ostinano ad anatomizzare la sua figura concentrandosi sulla musica che ha creato, eludendo le domande meno scontate sul suo corpo e sull’impatto che avuto quella fisicità nei più giovani. L’arte entra poco con la figura divinizzata di MJ che, forse, proprio durante il suo declino artistico ha raggiunto la più impressionante somiglianza con se stesso.
Le sue ambiguità e le sue paranoie nascevano non a caso da un conflitto irrisolto, che probabilmente rimandava all’infanzia, ai divieti parentali, alle costrizioni di una vita vissuta interamente sotto i riflettori. Per sopportare il trauma della vita adulta, la mega-superstar si era rifugiata nell’indifferentismo più totale. Ripetendo a memoria frasi buoniste adatte ad ogni occasione, vuote e plastificate come prescrive lo star system odierno. Marciando compatto, in scenografie da luna park, con schiere di uomini-robot, come lui esercito del divertimento. Tentava insomma di sfuggire alla corruzione e alla violenza del mondo esterno riparandosi nell’indefinibilità, quella «di un viso ridotto alla sua più semplice inespressione e diventato il proprio sosia» (Bernard-Henri Lévy).
Anche le accuse di cui fu fatto bersaglio, del resto, risultano improbabili non tanto per l’inattendibilità degli accusatori, quanto per le caratteristiche di idolo etereo che egli ormai incarnava. La capacità distruttiva del sesso era trasformata da MJ in gioco di segni. Come nel suo travestitismo, anche nelle mosse seduttive tutto era messa in scena, simulazione. L’ambiguità, del resto, era il sentimento dominante del decennio in cui iniziava il suo declino, gli anni Novanta. Che, indubbiamente, sono morti con MJ.
C’è poi un altro show che occorre guardare. È la cerimonia dei Brit Awards del 1996. La ricordo bene, perché la vidi insieme a mia nonna, in vacanza, e lei non senza motivo ne rimase scandalizzata. MJ comparve da un globo terrestre che si apriva al centro del palcoscenico, in cima ad una scalinata. Il brano di sottofondo era Earth Song, il canto della terra, a metà tra la litania ecologista e il grido di dolore universale. Ammantato in una lunga abito bianco, circondato da bambini e adulti che gli baciavano le mani e i piedi, si dimenavano, gridavano, sotto gli occhi di telecamere che non di rado mostravano anche qualcuno, in platea, che singhiozzava per la commozione o persino pregava – sì, pregava – rivolto verso quella figura messianica e ultra-terrena. Visto oggi, poi, fa sorridere il gesto di protesta di Jarvis Cocker, che durante la performance salì sul palco e mostrò il deretano ai telespettatori. Non capiva – non poteva capire -, il cantante dei Pulp, che quello spettacolo nulla aveva a che fare con la semplice musica, ma che era invece legata alla bisogno di divinizzare qualcosa, o qualcuno, da parte di platee rimaste senza più ideologie, né religioni.
Non c’era da sorprendersi, visto che, quanto meno eroici sono i nostri tempi, tanto più i processi imitativi prevalgono sulle identificazioni stabili a cui, di solito, ci si attiene nell’età adulta. Ad un intervistatore che gli chiedeva conto del suo agire, MJ ripeteva candidamente: Peter Pan, io sono Peter Pan. In una realtà dominata dai simulacri, simulacro era lo stesso Michael Jackson: qualcosa che non apparteneva all’ordine del reale, ma lo simulava, lo produceva, risolvendo così il conflitto tra realtà e immaginario in una fantasmagorica profusione di sogni.
Incredibili gli effetti della musica classica...
di pianoforte ha suonato La Variations serieusese op. 54 di F.Mendelsshon.
Non chiedetemi il perchè, ma alcune note dell'opera mi hanno
rievocato tutto questo...
e anche questa che era mitica:
"Tanta nostalgia degli anni '90, quando il mondo era l'arca e noi eravamo Noe', era difficile, ma possibile, non si sapeva dove e come, ma si sapeva ancora perche'"
Articolo 31, 2030
mercoledì 8 luglio 2009
martedì 7 luglio 2009
Quando qualcosa riesce a toccarti
CONNESSI CON IL MONDO, LONTANI DALLA PIAZZA
La rete sembra darci quello che avevamo perso: la voce diretta sulle questioni pubbliche. Democrazia significa partecipazione e presenza diretta, allora un sistema che ci offre l'immediatezza nella comunicazione non può che farci pensare di essere ritornati a praticare direttamente la democrazia. Come gli antichi greci entriamo nell'agorà tutti i giorni e quando più lo desideriamo. Con un'aggiunta importantissima: senza uscire mai di casa. La tecnologia é riuscita ad azzerare il tempo tra l'accadere, il conoscere e il reagire. Ad annullare la distanza tra gli attori sociali. Partecipiamo senza uscire dal nostro spazio privato, senza interrompere le nostre occupazioni. I ritmi della nostra vita privata dettano il tempo della nostra partecipazione mediatica. Ma la cittadinanza vera é situata al polo opposto della casa.
Partecipare davvero alla vita pubblica richiede che usciamo di casa; che entriamo in contatto, discutiamo, ci associamo con sconosciuti, non con amici o parenti, figli o genitori. Sperimentare la presenza fisica dell'altro é fondamentale anche per calibrare lo stile della nostra conversazione, che non é (non dovrebbe essere) lo stesso di quello che abbiamo quando dialoghiamo con amici. Occorre uscire dalla dimensione privata per partecipare alla vita della città, argomentare con ragioni sulle quali tutti possono intervenire. La partecipazione mediatica ci induce a essere sempre privati. Ci stimola a mettere in campo i nostri gusti invece che le nostre ragioni di cittadini. Ci porta a non mediare tra i nostri pensieri e le nostre reazioni verbali. Ma l'immediatezza è di ostacolo, non d'aiuto alla riflessione - non è forse questa la ragione per la quale le campagne elettorali si fermano 24'ore prima del voto? Però Internet cattura la nostra mente istantaneamente e ci fa vivere o agire nell'immediato, annulla il tempo non soltanto tra noi e il mondo ma anche tra noi e la nostra mente. Cancella lo spazio della parteciapzione fisica, elimina i corpi, le presenze dirette e tangibili degli interlocutori. Svuota le piazze concrete delle nostre città e affolla quelle immateriali della nostra immaginazione. Davanti a questo schermo "mi sento" in contatto con il mondo, ma "sono" in pigiama a casa mia, sola a martellare sulla tastiera.
(Nadia Urbinati, su D di Repubblica, 27 giugno 2009)
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50 POP CULT - La mia rappresentazione da consumatore
Ho trovato questo viral geniale!
Inoltre rientra anche nella categoria animali strani e poi mi serviva per annunciare il mio acquisto del modello esposto al 55esimo secondo.
Il modello a goccia, noto nel mondo come "Aviator", nasce agli inizi del 1920 dalla richiesta del luogotenente MacCready, appassionato di traversate in pallone aerostatico.
Dopo aver portato a termine una traversata dell' Atlantico che gli causò danni alla vista per l'assenza di un'adatta protezione agli occhi, si rivolse alla Bausch & Lomb,l'azienda americana d'ottica nata nel 1853, perché realizzasse un paio di occhiali altamente protettivi, panoramici ed eleganti per gli aviatori. Quindi dopo un anno di progettazione, il brevetto venne finalmente depositato il 7 maggio 1937. Il prototipo fu chiamato inizialmente "Ray Ban Anti-glare", da "Bannish Rays": cioè "che bandisce i raggi" e "Anti-glare": cioè "anti abbaglio". era un modello pensato essenzialmente per favorire gli aviatori in alta quota, infatti il design a goccia era stato creato per seguire perfettamente l’incavo dell’occhio.
Durante la seconda guerra mondiale venne subito adottato dall'United States Air Force come dotazione per i piloti; subito la Bausch & Lomb divenne l'unica fornitrice dell'esercito. in seguito il modello "Ray Ban anti-glare" venne ribattezzato "Ray Ban Aviator" e il vetro delle lenti diventò più scuro; si parla della colorazione odierna G-15.
Gli anni '50 del boom cinematografico videro i Ray Ban salire sulle luci della ribalta e debuttare da protagonisti a Hollywood. Occhiali a goccia schermarono e resero più affascinanti divi di Hollwood come Clark Gable, Gregory Peck, e in seguito Robert Redford e tanti altri. È in questo periodo che nasce il modello "Wayfarer", 1952, che impazza dopo esser comparso in "Colazione da Tiffany".
Gli anni ’60 sono gli anni del rock, Lou Reed indossa i suoi Aviator e così faranno spesso divi come Jim Morrison, Axl Rose, George Michael ecc... in questo periodo si sviluppano modelli femminili dalla montatura in plastica molto spessa e dalle dimensioni molto ampie, ben oltre l’ovale del viso.
Nel 1980 film "the Blues Brothers" rilancia un importante modello come il "Wayfarer", ma gli anni ’80 e i "Ray Ban" sono legati da un altro denominatore comune: Top Gun, del 1986. La popolarità di questo film ha condotto ad un aumento di vendite del quaranta per cento degli occhiali da sole "Ray Ban Aviator" e "Caravan"
lunedì 6 luglio 2009
NON STIAMO IN SILENZIO !
PRESIDIO DAVANTI ALLA PREFETTURA
Corso Monforte – Milano
Giovedì 2 luglio il Governo ha fatto approvare definitivamente il ddl sicurezza ricorrendo al voto di fiducia.
Reato di clandestinità, istituzionalizzazione delle ronde, prolungamento dei tempi di detenzione nei CIE, necessità del permesso di soggiorno per tutti gli atti di stato civile, permesso di soggiorno a punti e registro per i senza fissa dimora sono solo alcuni dei punti diventati legge.
Il Governo sceglie di nuovo la criminalizzazione dei migranti quale facile modalità di “gestione della crisi”. Tale scelta consente di nascondere le vere responsabilità, fornendo nel contempo, a chi vive un peggioramento concreto delle condizioni di vita, un agevole capro espiatorio su cui scaricare la propria frustrazione. Così facendo, si ottiene il duplice obiettivo di aumentare il grado di ricattabilità degli uomini e delle donne migranti presenti in Italia e di spingere i lavoratori (stranieri e italiani) sul terreno fratricida della guerra tra poveri e della competizione al ribasso su salari e diritti.
Tutto ciò in una fase in cui gli episodi di razzismo istituzionale, sia sul piano nazionale che su quello locale, non si contano.
Affinchè tutto questo non passi sotto silenzio invitiamo tutti, donne e uomini, italiani e migranti, ad un primo momento di protesta e di riflessione.
"Kitch?Porcafanculo?"--> MISUNDERSTANDING GUYS!
Forse la mia poca loquela e l'innata abilità a non farmi capire ha colpito anche su Melting Minds...Non mi stupisco...
Chiedo venia se ho turbato la sensibilità di qualcuno accostando una foto che ritengo bella ( e che perciò non tolgo da lì, per principio) ad un titolo ironico-sarcastico come "WaitingG8".
Ieri sul sito dell'Ansa ho appreso la notizia di questa manifestazione in favore delle popolazioni africane che si è tenuta, appunto ieri, sulle Dolomiti.
(Alla quale avrei preferito partecipare, anzichè essere davanti ad un pc!)
"DolomitAfricaG8" si è trattata di una lunga catena umana sulle montagne per inviare un segnale di pace. Vi hanno partecipato 6000 persone!
Potete vedere anche voi le foto su:
http://ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/photostory/visualizza_new.html_1615704652.html
Dunque, ho accostato un titolo come "WaitingG8", perchè l'iniziativa dolomitica è associata a tutte le altre manifestazioni che si stanno organizzando sul territorio italiano per sensibilizzare i grandi capi , o quanto meno per provarci, sulle varie tematiche d'urgenza mondiale, in attesa del loro arrivo e in contemporanea allo svolgimento dei 'lavori'.
N.B.
Il concetto di 'attesa' è qui usato come termine per indicare qualcosa che sta per accadere a livello d'evento storico-temporale.
E' volutamente accostato ad un'immagine che evoca il concetto di pace per aumentare il contrasto tra l'inutilità dei grandi incontri ufficiali di questi signori, da una parte e l'effettivo significato, supportato da un forte impegno civile, di ogni manifestazione anti-g8 o pacifista, dall'altro.
L'ironia è un mezzo per comunicare un messaggio più complesso di quello che appare ad una lettura superficiale. Ed è attraverso di essa che a volte si può esprimere il proprio sdegno e la propria visione critica.
Per meglio intenderci, attendo il G8 per vedere cosa succederà nelle strade di Roma, ricordando che nel 2001 a Genova è morto un ragazzo, sperando che questo non avvenga mai più. Attendo il giorno 10.07.09 perchè spero che qualcuno che abbia le palle dolomitiche, anzichè scrivere post kitch, vada a rompere i coglioni a quegli 8 cagoni, nonostante le zone terremotate. E lo attendo perchè spero di vedere finalmente tanta gente unita per un unico dissenso o senso di pace.
Il punto critico però è che tutte queste bellissime o durissime mobilitazioni hanno un carattere un po' evanescente e pur sempre legato all'occasione ufficiale del G8 in sè.
Non tanto il momento della dura contestazione di strada, quanto quello della riflessione. Quello che mi sono sempre chiesta andando in manifestazione è:
E poi che succede?
Cambierà veramente qualcosa?
domenica 5 luglio 2009
WAITING G8
Voglio tirare sassi sul Canal St.Martin
Questa è una delle scene che mi piacciono di più del
Favoloso Mondo di Amelie. A dir la verità, mi piacciono
quasi tutte e lo conferma il fatto che periodicamente
mi riguardo l'intero film, come ieri sera.
Quando sono stata a Parigi a trovare Gaia, siamo andate
al Cafè des 2 Moulins. Bellissimo, mancava solo il caschetto
nero di Amelie gironzolare tra i tavoli!
A volte vorrei che la vita fosse così colorata e magica.
Non che a volte non mi succeda di provare alcuni amelismi
(scusate, concedetemi il termine), ma vorrei che fosse sempre
così. Invece a volte, è un po' troppo buio dentro per provare sensazioni
leggere e belle, per cogliere aspetti della realtà che sembrano richiamarsi
l'un l'altro con una semplicità disarmante.
Quello che mi piace di più del film e che penso si ricolleghi a questo,
è che Amelie vive con un senso di totalità, quella totalità che, secondo
Bachtin, la civiltà moderna ha perduto con l'avvento della divisione del lavoro e
dell'autocoscienza. Per l'autore, se il mondo dei classici è "una totalità integrata e unitaria di valori", nella modernità non esiste più correlazione tra vita interiore e realtà esterna. Quindi, aggiunge in Epos e romanzo che l'aspirazione alla totalità, nella nuova epoca, può esser vissuta solo in termini problematici, come conflitto e scontro.
Ecco, questo conflitto che pur il personaggio di Amelie vive nel rapporto con la famiglia, nel confronto con gli altri, con l'altro sesso, e dunque con sè stessa,
è risolto non in chiave tragica ma comica, nel senso che alla fine la storia si chiude con la riconciliazione della protagonista con la società.
Tutte le sue aspirazioni iniziali vengono soddisfatte: Amelie fa felici le persone,
crea dei legami, s'innamora e si concede perchè lei "non ha le ossa di vetro". E si lancia.
Amelie coglie questa totalità degradata con un senso favoloso, da qui il titolo del film. Il suo modo di guardare le cose, per quanto sia profondo e altruista, non le permette però di prendere coscienza di sè stessa. Amelie sa ciò che le piace, ma non sa ciò che vuole. Perciò l'incontro con l'Uomo di Vetro diventa determinante nel suo passaggio da irreale personaggio di una favola a problematico personaggio moderno in conflitto con la realtà.
Egli la fa riflettere su sè stessa attraverso la ragazza al centro del quadro che sta dipingendo, una copia dalla Colazione dei cannottieri di Renoir.
Il film mi piace per questa dialettica tra favola e realtà che prima esistono indipendenti, poi si scontrano e infine si uniscono.
sabato 4 luglio 2009
Buon 4 luglio...
indipendence day...
venerdì 3 luglio 2009
solo l'ultima PORCATA
un PROVVEDIMENTO ILLIBERALE che segna un ulteriore passo verso la dittatura
cammuffato da legge per implementare la "sicurezza" dei cittadini e delle imprese.
IL VOLTO DEL FASCISMO DIETRO UN PAIO DI INNOCUI OCCHIALETTI ROSSI
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giovedì 2 luglio 2009
"è un condominio universale in cui viviamo tutti assieme: posteggiatori, puttane, scoiattoli"
mercoledì 1 luglio 2009
Stamattina mi son guardata allo specchio...
MITICA TINA, CHE DONNA :)
50 POP CULT - La mia rappresentazione da consumatore
Per tutti quelli che il Vortex pensavano fosse solo un anti emorroidi. Per tutti quelli che l'America inventa solo cose stupide.
Per tutti quelli che non hanno avuto come noi l'onore di provarlo.
Il Vortex è un attrezzo sportivo utilizzato nelle categorie giovanili (esordienti e ragazzi/e) dell'atletica leggera come attrezzo da lancio propedeutico per il lancio del giavellotto. L'oggetto è di materiale sintetico (plastica e spugna) ed è a forma di siluro costituito da una coda e da un corpo centrale. Sui lati vi sono posti dei fori che grazie al passaggio dell'aria emettono un fischio mentre l' attrezzo è in aria.Il suo peso è di 150 grammi. La pedana di lancio è la medesima del giavellotto e vi sono inoltre le stesse regole di lancio valido.
Esistono vari modi di impugnare l'attrezzo. I più comuni sono quello che vede la coda tenuta tra l'indice e il medio, mente il corpo centrale è adagiato sulla parte inferiore del palmo della mano; il secondo modo vede il corpo centrale del vortex posto sul palmo della mano e la coda tra il pollice e l'indice, in modo tale che il pollice sia su un lato dell'attrezzo, mentre le altre quattro dita siano sul lato opposto.
All I need is Vortex.