Mannaggia agli dèi !
Pensavo che il traghetto arrivasse alle 5 di mattina e invece sono le 6 di pomeriggio e Patrasso ancora non si vede. Il mio progetto – ammesso che si possa chiamare così – di prendere oggi stesso il traghetto da Atene a Paros è andato a farsi benedire.
Sono impaziente. Troppe ore passate su questo barcone. Non ho parlato con nessuno. Un gruppo di giovani tedeschi mi ride dietro, forse perchè gli ricordo qualche sfigato di loro conoscenza, forse perchè piaccio alle loro femmine, chissà.
7 di sera: finalmente sbarco.
Non si vede la città, ma dev’essere qui dietro. Monto in scooter e cerco le indicazioni per Patrasso (Patra per i greci), ma i cartelli stradali sono estremamente lacunosi. Chiedo indicazioni a un camionista e cavalco lo scooter verso l’orizzonte, manca solo l’armonica.
L’obiettivo è arrivare ad Atene, che dista 200 Km, entro sera e da lì prendere il primo traghetto per Paros.
Il secondo tragico Fantozzi.
Credevo che Patrasso dovesse comparire di lì a breve, sul mare. Invece è già da mezz’ora che mi inoltro nella terraferma seguendo le indicazioni del camionista e di una benzinaia. C’è qualcosa che non quadra.
Apro la cartina Michelin ed ecco svelato il mistero: invece di sbarcare a Patrasso sono sbarcato a Igoumenitsa (ignoravo completamente che il viaggio prevedesse uno scalo), 300 Km a Nord-Ovest di Patra. D’oh !
Cala il buio.
Perdo la cognizione di quello che mi circonda. Sto attraversando una regione che esiste solo sulla cartina Michelin.
Dietro a una curva in discesa compare uno scenario incredibile: una città illuminata sulle rive di un lago. Sono invaso da una gioia incontenibile, qualcosa di simile a quello che deve aver provato Anselmo quando trovò la prova dell’esistenza di Dio.
Faccio sosta a un bar sulla strada per un caffè, l’ennesimo di una giornata interminabile. Il televisore in alto è acceso sulla partita di calcio e l’Olympiakos fa gol contro una squadra moldava. Il ragazzo dietro al bancone probabilmente vorrebbe che passassi più spesso da quelle parti.
Salto di nuovo in sella.
Passando per Arta, nel mezzo di un sistema montuoso, comincio la discesa verso Patra.
Finalmente uno svincolo illuminato mi indica che mi sto avvicinando alla meta. Devo fare un’altra sosta per far riposare il motore. Un cane mi taglia la strada proprio mentre rallento per accostare, rischiando di farmi volare dritto dritto sul letto d’asfalto della statale. Paura.
A mezzanotte raggiungo Antirrio, sulla costa sud-occidentale della Grecia continentale.
Sono alle porte di Patra.