lunedì 28 dicembre 2009
sabato 26 dicembre 2009
Fra(nza) è ora che mi porti a ballare!!!
LI ADORO TUTTI QUESTI PIEDINI!!!
Tu con le tue scarpe rosa- shocking
e io con i miei nuovi stivali e
voi?
avete scarpe fiche da far ballare?!
Benissimo!
venerdì 25 dicembre 2009
Faddone Christmas' desire
Caro 2009 quest'anno ti sei portato via il mio cantante preferito, Michael Jackson, il mio attore preferito, Patrick Swayze, la mia attrice preferita, Farrah Fawcett, il mio presentatore preferito, Mike Bongiorno, la mia poetessa preferita, Alda Merini..........volevo ricordarti che l'anno sta per finire e che il mio politico preferito è Silvio Berlusconi!
cit. Faddonegiovedì 24 dicembre 2009
Xmas Number One Conspiracy!
Giudizio.
mercoledì 23 dicembre 2009
Auguri di Buon Natale a tutti!!
martedì 22 dicembre 2009
APPELLO! Ama chi ti ama : aiuta The Pirate Bay questo Natale!
The Pirate Bay, il mio "papa' gambalunga"....
Narcisismo.
La cultura del narcisismo, come la chiamava Christopher Lasch, è cresciuta sul fallimento dei movimenti e delle rivoluzioni. Ci si è illusi - ci si è lasciati illudere - di una chissà quale diversità, unicità. Un’illusione anestetizzante che, mediante il ritornello secondo cui ognuno di noi è irripetibile e straordinario, apriva invece le porte all’omologazione e all’impotenza.
La grande pubblicità fa continuamente riferimento alla eccezionalità del singolo. I grandi manuali di self-help, dai motivatori di manager ai polpettoni di Coelho, parlano sempre dandoci del 'tu', fortissimamente 'tu', e mai del 'voi'. E meno che mai parlano di 'noi'. Come vincere, come star meglio, come sentirsi realizzati. Come e chi. Ma rispetto a cosa?
La logica è quella del divide et impera, coniugato all'infinitesimale: è molto più facile fare presa su una pagliuzza lasciata sola, piuttosto che su un gruppo compatto e consapevole.
Quanto tempo passiamo a consumare la nostra stessa immagine? Quante volte ci ripetiamo i nostri obiettivi e i nostri successi, veri o presunti, usando solo l'io come metro di giudizio? Poi un giorno ci si risveglia, come per uno shock, e si scopre che quell'io è stato travolto dalla realtà, senza preavviso, senza avvertimenti, e davanti la porta avevamo una montagna di lettere e di messaggi che volevano parlarci, confrontarsi, chiedere aiuto. Ma il tempo è così poco, dannazione!, il rifugio nella singolarità è un segno dei tempi e pure va capito chi non sa opporsi.
Forse bisognerebbe saper essere unici senza essere soli.
lunedì 21 dicembre 2009
venerdì 18 dicembre 2009
da copenhagen con amore
giovedì 17 dicembre 2009
Segnalazioni varie. Parliamo di Milano.
di Marco Belpoliti
Che cosa suggerisce la visione del viso insanguinato del Presidente del Consiglio?
Notizie da una città alla deriva di Marco Belpoliti. Cosa succede a Milano?
(l'arresto in diretta tv)
Reduce.
mercoledì 16 dicembre 2009
Scrittori e editori che dovremmo conoscere
Vi posto la dedica di un libro che ha pubblicato.
A tutti quelli
che hanno realizzato
meravigliose opere perdute,
grandiose scoperte snobbate,
nobili gesti dimenticati;
e che per questo non
figurano nei libri di storia.
A tutti quelli che hanno tentato
di fare grande l'umanità senza
che questa se ne accorgesse.
Agli eterni sottovalutati.
Ai geni mai compresi.
Ai perseguitati dal caso.
Ai bocciati dalla vita.
A tutti quelli che non riescono
a giustificare la propria esistenza.
A tutti quelli costretti a subire
ogni giorno l'arroganza, l'avidità
e l'ottusità che li circonda.
A tutti quelli che non hanno mai fatto parte
di alcun ingranaggio.
A tutte le rotelle fuori posto.
Mi ha toccato, specie conoscendo la sua storia, come quella di tanti altri sottovalutati. Lui è un immigrato albanese che con tre amici ha fondato una piccola casa editrice. Lui è l'esempio che si può fare, che si deve fare. Lui è quello che mi piacerebbe essere.
La fame dei riconoscimenti, del dover realizzare a tutti costi non è la sua strada. Lui è uno che invita le persone a leggere, chiede loro del tempo per condividere emozioni e non per cercare consenso.
Ce ne fossero di più di scrittori con la sua convinzione, leggeremmo di più. Sarebbe vita.
lunedì 14 dicembre 2009
domenica 13 dicembre 2009
Gli hanno tirato il Duomo in faccia.
sabato 12 dicembre 2009
Castrazione.
Che cos’è la fiction? La fiction è una parola recente, che distingue un prodotto nato per la televisione ma passato poi al cinema. La fiction ha creato un linguaggio omogeneizzato, evirato, metabolizzato, monocorde, basato sui manuali di sceneggiatura della televisione americana, che catalogano su modelli psicologici molto precisi gli impulsi della psiche. Dicono che ci vuole un personaggio comico, uno tragico, uno antagonista, etc… e che ci vuole la suspance. Guai a far mancare la suspance! Viene preparato dunque un minestrone sempre uguale: da noi, in mancanza di stimoli creativi diversi dalle pressioni politiche e clericali, stravince il trittico santi, preti e carabinieri. Pietoso. Certo, talvolta compaiono dei solerti, sfigati e bonari investigatori, brava gente in fondo. Ma sempre succubi del trittico di cui sopra.
All’interno della fiction ormai il dominatore incontrastato è racconto sentimentale, ovvero le piccole tragedie della gente comune. Della borghesia. Più precisamente, degli splendidi quarantenni della borghesia. La meno autonoma, economicamente e culturalmente, delle classi, ha l’assillo di essere depositaria dell’umano.* E di questo se ne compiace. Spariscono d'un colpo morte, povertà, dolore fisico, sporcizia, fallimenti, perdite, il senso di sgradevolezza e il senso della carne (così presente invece nel cinema tedesco e americano anni Settanta!): tutto ciò che può instillare dubbi e ansia, insomma.
I film italiani sono così. Sempre più simili alla fiction televisiva: una classificazione dei sentimenti da parte di persone, di splendidi quarantenni, che di sentimenti ne ha pochissimi. O se ce li ha, sono appiattiti, castrati. Per questo fanno quasi tutti vomitare.
* vedi Adorno!
seguendo l'invito di paolo
Le notti dipendono dai giorni, molto più di quanto sia vero il contrario. Di giorno, la notte passata resta inafferrabile, quella che arriva esiste solo come territorio asettico per piani e paure. Di notte, invece, il giorno è ancora presente e vivo, un padre mai morto che si cerca sempre di uccidere.
In questa notte di inizio dicembre federico gioca con la terza persona e con le minuscole di un nome che si confonde tra gli aggettivi.
C’è un piccolo topo nero che spia dal bordo del divano e federico lo guarda di rimando un secondo, interpellato dai suoi occhi minuscoli che sanno di giocattolo e di peste. è una notte scomoda, di sigarette che bruciano la gola, passata a cercare canzoni che si muovano al ritmo dello scontento. è una notte pigra, che rimbalza tra i siti di notizie insulse, noiosa perfino a se stessa mentre guarda video di trenta secondi su youtube. c’è un senso di vuoto in questi giorni, un vuoto in cui non si può nemmeno cadere. solo un leggero fastidio epidermico, mentre la casa si disintegra e federico si muove lentissimo nel far finta di volerla aggiustare.
capita di restare attaccato a quanto c’è di rassicurante soltanto per sfiducia nelle proprie capacità di sopportazione del futuro.
venerdì 11 dicembre 2009
giovedì 10 dicembre 2009
lunedì 7 dicembre 2009
Bersani? Dario Fo? L'Avvenire?
Fare Futuro, la fondazione di Gianfranco Fini.
Bentornati Obej- Obej
Si ringrazia Cuneo per l'ingente spedizione di
venditori di marroni,
con più di dieci bancarelle alla tradizionale fiera
degli Obej Obej di Milano.
Seguono grandi ringraziamenti per gli amici sardi
con i loro banchetti agroculinari pieni di forme di
pecorino e torrone di Tonara, davvero onnipresente.
Si rilevano strani gemellaggi Sardegna- Ariccia
dalle improbabili proposte agro- gastronomiche.
Clicca per ingradire foto e leggere esilaranti cartellini!
Sempre più gente si affolla ai piedi del Castello nel giorno di San Nicola. E' impossibile vedere le bancarelle, ti ritrovi in mezzo alla calca e ti chiedi "Ma che cavolo ci faccio qui?". Passa una processione anti- morattiana. I soliti venditori di utensili da cucina fanno il loro show di dimostrazione con microfonino incorporato alla bocca. Tra il trash e il comico. (Franzina ricordi? C'era ancora lui!!!). C'è tanto artigianato africano e tanti rami di fiori finti spuntano,volanti, tra le persone. L'atmosfera è sempre bella, natalizia, ma manca ciò che rappresenta da sempre questa fiera...Manca il vin bulè, mancano gli abusivi, manca davvero l'anima goliardica della tradizione popolare. Sembrano una Fiera dell'artigianato questi Obej-Obej, perdono la loro carica e la loro magia più suggestiva. Troppo conformisti, in tutto. Non mi piacciano. Lasciano insoddisfazione e spaesamento. E non mi piace vedere cani in vendita dietro le gabbie. Immagine molto collodiana: quei poveri boxer sembrano Pinocchio e Lucignolo, trasformati in asini e venduti in piazza.
Non si può intervenire dall'alto con decreti ufficiali che vietano ogni forma più tragressiva (ma anche più viva e gioiosa) di espressione popolare. Non ha senso cambiare le tradizioni della città per paura di non sapere governare. Gli Obej Obej non sono davvero più quelli di una volta e dobbiamo ringraziare i nostri politici che ogni giorno smantellano le più elementari formi di libertà.
Ma il cielo è sempre più blu...
sabato 5 dicembre 2009
giovedì 3 dicembre 2009
mercoledì 2 dicembre 2009
Rivolta.
Il mucchio selvaggio ovvero non serve un pensiero colto per cambiare il mondo
Pensando ad una modalità d’azione per un progetto che ho in testa con Marco, mi sono imbattuta nello studio di un movimento davvero anomalo, ma molto interessante.
Riflessioni tratte dal libro “Ribelli con stile” di Guarnaccia.
“Ci si appropria di una città fuggendo o avanzando nell’alternarsi delle cariche, molto più che giocando da bambini per le sue strade o passeggiandovi più tardi con una ragazza. Nell’ora della rivolta non si è mai soli in città.” Furio Jesi, Spartakus
L’opinione comune è che in Germania non sia mai esistita una vera opposizione al nazismo. La realtà è molto diversa. Un’opposizione durissima c’è stata ed è stata operata da alcune bande giovanili, con il gggiovane gergo contemporaneo possiamo chiamarle gang, davvero poco politically correct ma soprattutto involved.
Si tratta di giovani, anzi giovanissimi dato che avevano tra i 14 e i 17 anni, che componevano un’area di dissenso, oggi dimenticata perché non corrisponde al nostro clichè di resistenza: ferrei ideali, combattenti per nobili valori e intellettuali. Neanche il cambio di regime portò loro un riconoscimento. Per non mettere in discussione la codardia dell’opinione pubblica, la Germania non fremeva dalla voglia di dire al mondo che qualcuno un no secco lo aveva detto.
Le Wilde Clinque sono gruppi autorganizzati definiti “vagabondi, malavitosi, con simpatie anarchiche”. Sono eroi? Sono intellettuali? Sapevano quello che significavano i loro gesti? No.
Ecco il punto. Non volevano comunicare, coinvolgere, convincere. Sono solo ragazzi insofferenti alla disciplina e al modo di vivere nazista. Così decidono di opporsi nel modo più naturale possibile per un ragazzino ribelle: facendo risse e sbronzandosi… come dire Kerouac non ha inventato davvero nulla.
Da brava subcultura avevano anche un codice di vestiario: camice a quadrettoni e pantaloni larghi, vi ricorda qualcosa?
Nel 1930 esistevano 600 bande a Berlino che contavano 14.000 partecipanti, mica bruscolini. Le bande si spostavano all’interno della città senza logica, solamente per esplorarla. Un’attività sufficiente a provocare allarme sociale, visto che la stanzialità era la regola a cui aderiva ogni cittadino modello. Si rifiutavano di conformarsi alle regole comportamentali e vennero dichiarate nemiche dello stato.
Furono i primi ospiti dei campi di concentramento, ma la loro attività non cessa fino alla caduta del muro di Berlino. La Gestapo non riusciva a contrastare le loro azioni. A Vienna, gli Schlurfe, antenati dei Mod, eleganti e appassionati di belle donne, erano in grado di impedire agli hitleriani l’ingresso al Prater.
Di loro dicevano che "fumavano come un poeta ebreo da caffè, che bevevano come un coloniale inglese, che erano portatori di malattie veneree e che avevano gli stessi ideali dei ganster anglosassoni”.
Stessa storia per i membri dei pirati della stella alpina. Giovani scapestrati che riescono a sottomettere una dittatura.
In alcune città come Wuppertal, nessun membro della Hitler Jungen osava uscire da solo per strada se non voleva essere picchiato a sangue.
Colonia era la città con più Edelweiss Jungen, la polizia ne ha schedati più di 16.000, nonostante gli arresti, le torture e le persecuzioni.
Durante la fase finale del conflitto, l’azione delle bande passa da scherzi e risse a veri e propri sabotaggi. Scrivevano sui muri frasi contro il regime, rubavano armi, aiutavano i prigionieri di guerra evasi, nascondevano i disertori.
A Colonia, sei di loro (il più grande aveva 16 anni) furono impiccati e lasciati nella piazza centrale. Quando gli angloamericani arrivarono e li videro, rimasero interdetti. Non si aspettavano una resistenza così decisa.
Il marchio da criminali fu appiccicato loro addosso fino al 2005, quando sono stati finalmente riabilitati.
LE MIE CONCLUSIONI
Per reagire non servono grandi idee, grandi pensieri d’azione o intellettuali o citazioni colte o giustificazioni. Basta iniziare a vivere in modo diverso e ogni tanto comportarsi da vandali. A volte un’esasperazione giocosa vale più di processi, articoli e libri.
martedì 1 dicembre 2009
Consigli di lettura settimanali.
La mia ultima storia pubblicata in italiano!
Tutto questo e molto altro sul nuovo numero di LOOP, che potete trovare QUI
Andate e spendete i vostri bei dindini, brothers and sisters!
lunedì 30 novembre 2009
Intellettuali.
Come mai gli intellettuali sono così simili ai loro committenti? E perché sono ridotti ad essere un’appendice strumentale delle multinazionali, delle creative industries, di questa o quella istituzione, intrattenitori delle masse teleguidate dal “principe”, educatori senza interesse per gli educandi, ricercatori senza spazio per la ricerca, che cercano solo di accontentare chi li paga (magari inserendo di nascosto qualche slogan rivoluzionario tra le righe di codice html)?
Innanzitutto è il mercato che li vuole così: la competizione tra cervelli ha reso l’opera culturale poco redditizia: c’è sempre qualcun altro più sveglio e più affamato pronto a sostituirti con un’idea migliore. Le buone idee, del resto, sono appannaggio di sempre più persone, e trovare qualcosa di davvero innovativo è dannatamente complicato. Non a caso ormai si sente pronunciare la parola genio un po' ovunque, e si scopre magari che si sta parlando di un cantante rock vestito a tavolino o di un compositore furbetto che spaccia la sua balbuzie per timidezza.
Le corporations, dal canto loro, con intelligenza e lungimiranza hanno creato spazi imbottiti di ex-ribelli (stanchi di fare stage sottopagati), aggiungendo così al brand qualcosa di davvero grottesco: la componente anarchica, urban, green, e così via, a seconda delle mode e delle stagioni. Termini come riot, uprising, street, anarchy e awareness compaiono più nel linguaggio aziendale e dello spettacolo che in quello della vita quotidiana. Uno sfogo masturbatorio della rivolta. Ma autenticità, poca.
Che la classe intellettuale condivida con quella dirigente una visione pressoché identica del mondo, della società e dei meccanismi per blandirla, sfruttarla, soggiogarla, è un dato di fatto. Quasi naturale, antropologico. Più straziante ancora è però il modo in cui gli intellettuali abbiano copiato dalle vecchie forme d'esercizio del potere tratti di arroganza, superbia, intoccabilità; e la tentazione di correre sempre da soli, o in minoranze egoistiche del tutto scollegate dal resto. Convincere il cittadino-cliente della sua "unicità" non a caso è uno dei leit-motiv delle pubblicità. Eccentricità rispetto alle altre minoranze resistenti, ma concentricità verso il grande capitale: questo il sogno dei poteri forti. La classe intellettuale come un'arcipelago di paradisi off-shore: piccolissimi, indipendenti e buoni per far fruttare gli investimenti. Divide et impera, e non è mai stato così vero.
La musica classica come non l'avete mai vista!
Loro sono due geni della musica classica Igudesman e Joo. Un appuntamento imperdibile, io mi comprerò il biglietto come regalo di natale. Se qualcuno vuole venire con me è ben accetto.
Il concerto sarà il 22 marzo a Bologna.
Gustateveli:
giovedì 26 novembre 2009
lunedì 23 novembre 2009
http://www.conoscenza.rai.it
Tra le innumerevoli chicche ce n'è una strabiliante per la sua originalità - ma potrei esaurire i superlativi - che è il Carnevale operaio-popolare di Pomigliano d'Arco del 1977. Qui trovate il link, ma presto lo posterò anche su FB.
Molti dei filmati provengono dalle teche di Cronaca, controinformazione d'inchiesta nata nel 1974, e che tra gli animatori vantava nomi importanti come Nico Garrone (padre del regista Matteo), Renato Parascandalo, Paolo Aleotti, Joe Marrazzo (grande reporter padre di Piero).
domenica 22 novembre 2009
Le fonde de l'aire est rouge.
venerdì 20 novembre 2009
Appunti dal diario di Lev Tolstoj
mi sono avvicinato al divano, senza riuscire a
ricordarmi se l'avevo spolverato o no.
Poichè questi movimenti sono abituali e inconsci,
non potevo neppure avvertire che ormai era
impossibile ricordarsene. Sicché, se avevo già
pulito il divano e me n'ero dimenticato, cioè se avevo
agito inconsciamente, era come se non l'avessi fatto.
Se qualcuno coscientemente mi avesse visto,
avrebbe potuto farmelo tornare in mente:
ma se nessuno aveva visto, o aveva visto ma
inconsciamente; se tutta la complessa vita di molti
passa inconsciamente, allora è come se non ci fosse
mai stata.
1897
mercoledì 18 novembre 2009
DjEma@Radio Melting
E' andata in onda la seconda puntata ufficiale
di Radio Melting. Al microfono un sorprendente
Dj Ema! Dalle 22 alle 00.00 si susseguono
molte canzoni, alcune sono scelte direttamente dal mitico
conduttore, altre invece sono richieste dal pubblico, purtroppo
ancora troppo ristretto... Una scaletta molto varia scuote un'assonata
domenica sera, risvegliandola da quel torpore domestico che
si annida addosso in giornate di totale rincoglionimento.
Gli anni '70 sono i veri protagonisti di questa serata:
Janis Joplin con Take another piece of my heart, dedicata
da Manu a tutte le donne ha come contro- dedica maschile
un divertentissimo pezzo tratto da The Rocky Horror Picture Show.
Iggy Pop con Nightclubbing crea una sensuale atmosfera, resa più dolce da un pezzo incredibile degli Who, Behind blue eyes.
Rispondono gli anni'90 prima con brani movimentati
come Beat it di Michael Jackson e Deeper Underground di Jamiroquai,
poi con brani più rock. Si parte dai mitici Foo Fighters, molto
amati dal dj Ema, si passa all'indimenticabile I want it all dei
Queen, poi è un autentico viaggio nell'adolescenza di tutti noi:
Garbage, Oasis, System of a Down, Dispatch e Ben Harper.
C'è spazio anche per le cover: Spin me round dei Dope, I will survive dei Cake,
(da qualcuno non molto apprezzata...) e Power of love dei Motel Connection. Gli '80 dei Frankie Goes to Hollywood sono ripresi anche da un pezzo bellissimo:
Golden Brown dei The Stranglers.
E la musica di oggi suona attraverso i Gossip e gli Zen Circus di Andate tutti affanculo.
Insomma c'è n'è per tutti i gusti!!!
Cosa aspettate a connettervi, anzi a video- sintonizzarvi?!?!
Complimenti Dj Ema!
A quando la terza puntata?
martedì 17 novembre 2009
Questa è guerrilla Porco Dio (cit. Radio Alice)
Trovo comunque alcuni spunti interessanti di riflessione in questa assai triste vicenda.
P.s. Manu ora per il nostro movimento dovremmo trovare qualcosa di ancora più forte.
"Distribuiremo soldi gratis". E così la società Mailorama ha radunato settemila persone ai piedi della Torre Eiffel per puri scopi pubblicitari. Nessuno però ha ricevuto i soldi promessi ma non per colpa di Mailorama: loro quegli euro volevano regalarli davvero. Niente soldi, in compenso ci sono stati disordini e cariche della polizia sui settemila in cerca di denaro facile. Una strana storia per uno strano sabato parigino. Andiamo con ordine.
Mailorama, società specializzata in marketing e dedita al guadagno facile, organizza l'evento e lo pubblicizza sui bus parigini: lanceremo centomila euro dai finestrini. La ragione? Nessuna apparentemente: un regalo ai fedeli parigini. Trattandosi di marketing però per Mailorama tutto ciò significa pubblicità.
L'evento piace. Parigi progetta il suo sabato a caccia di soldi gratis. La folla prevista ai piedi della Torre Eiffel è immensa. La polizia vede solo un potenziale pericolo epr la città e decide che ilmunifico lancio non s'ha da fare. L'unica soluzione è bloccare tutto, per evitare che la gente si lanci in disperate corse a caccia del soldo: persone calpestate, risse per contendersi il malloppo, violenza. Tutto questo va evitato.
La società incassa il no della polizia quando ormai mancano pochi minuti al lancio di soldi e la gente, settemila persone che aspettano soldi gratis, è già tutta in piazza.
Annullato l'evento, ai parigini non è rimasto che andarsene a casa. ma non senza qualche problema.
Bilancio: dodici arrestati, auto ribaltate, vetrine dei negozi in frantumi. Erano in cerca di denaro, hanno trovato uno scontro con la polizia.
Un video trovato su YouTube: nella prima parte si vede l'annuncio della società che invita i parigini a recarsi in strada perricevere i soldi. Nella seconda parte l'esplosione di violenza.
Qui le foto:
http://www.flickr.com/photos/laurentgarric/sets/72157622683451469/show/with/4106120268/
PS: i soldi che Mailorama intendeva distribuire sono andati in beneficenza.
Tratto da qui: http://it.notizie.yahoo.com/blog/cronaca/articolo/17456/
domenica 15 novembre 2009
Gli amici che ballano
Vedi questa immagine davanti a te, un'immagine che vorresti
fissare ma è continuamente in divenire.
I tuoi amici ballano tutti insieme, su un tappetto,
in un salotto bellissimo, con la musica a palla che tira fuori
ricordi, eccome se ne tira fuori. Si dimenano, si abbracciano,
si scaricano come possono. C'è chi improvvisa balletti arabi,
chi tira delle gomitate assurde, chi se ne frega di tutto, chi
si perde nella musica, chi suda. Volano schizzi di vino o alcool
e tutto scivola continuamente. Le loro facce sono felici,
i loro gesti fan pensare che nessuno di loro stia pensando,
che nessun problema o paranoia li blocchi. E' solo un momento di
euforia di un sabato sera molto carino che ricorda le feste del liceo.
Fuori fa freddo, dentro la casa invece c'è un calore fantastico.
Sono tutti lì, li vedo: chi conosco oramai da una vita e chi
sto ancora conoscendo, tutti insieme appassionatamente,
proprio come in un musical dove tutto è ballato e cantato.
Non riesco a non pensare a quanto siano belli, non riesco a non
essere felice che tutti siano così presi bene.
Sarà perchè sono alticcia, sarà perchè sono una sentimentalona,
sarà perchè ora ho la sindrome della zia Mariuccia,
o sarà perchè semplicemente mi piace cogliere
le cose dalle situazioni che vivo e in cui mi trovo,
ma penso che se morissi in questo momento,
me ne andrei felice, perchè in questo istante
vedo che stanno tutti alla grande
e che mi piacerebbe un sacco ricordarmeli immersi in
questa danza di musica e risate.
I miei amici...quante gioie e quanti dolori!
Quanti ricordi leggo in quei visi, in quei occhi...
Chissà cos'è che ancora ci lega così, a stare insieme
dopo tanto tempo. D'altronde non è poi così ovvio.
Siamo tutti lì e lì ci sono anche io. E vi osservo.
Serate come queste non le dimentico, non so perchè.
O forse sarà astinenza da Greese???
Boom.
With a simplistic equation, you can support that fertility has always been parallel to happiness. And is an equation that takes an almost physical significance, even where development and the boom took place, albeit marginally: it was in the unforgettable reportages of Kapuscinski, where a recently de-colonialized Africa was packed out by consumables - Mirinda soft drinks, primitive tv ads, funny cars - and still colourful, chaotic, in turmoil. Happy.
The same artistic and demographic explosion have been lived by all peoples just leaving some sort of long and grey dictatorship, as the "Asian tigers". Or those giants for years exploited by the colonial powers and now risen again, even though with a thousand legacies of misery, as the Indian subcontinent, Brazil, Iran, Indonesia. And let us not forget the two-Germany of 1989: the Trabant car getting the wheels for the first time on the capitalist ground; the assaults to supermarkets: old fashion shows that are concrete signs of change. Something that an aged, replete and asleep country as Italy cannot understand. In The Millionaire (2008) film, the Bombay misérables followed the television deeds of their hero through the screen shared in an overcrowded shack, in the same fashion of the Roman and Milanese suburbs of the 1950s. Happiness is the physical sense of consumption, the overabundance, the landscape of cranes (like in Dubai or China). The feeling to be a rampant and young community.
Of that special fertility, many years after, feels a harrowing lack. Aside from wars and massacres nothing really new happened, and nothing really new seems to expect us at the gate. The major demographic, economic and cultural expansion seems to happen elsewhere and to the capitals of the old empires remains the training of their executives leaders. This great stagnation is as theft of hope. A future equal to the present may be sufficient for the elderly, may even reassure them. But is physiologically hostile to young people: it breaks the equation between happiness and fertility. Our only hope is to live at least a couple of boom, who knows where and who knows how. There are walls to tear down. They're often invisible.
sabato 14 novembre 2009
Molecular.
The collective psychology today focuses on the desire of consumption, free time, construction in its own future, then focuses its commitment towards immediate gain, in making money by money. It is necessary to give a moral judgement on this new reality, which is not a national, nor continental, but a worldwide standard? No, and it would be more then stupid: it would be useless. Facts are facts and figures are figures. They explain the social malaise, solitary mass neurosis, abandonment and indeed the refusal of the politics, the indifference towards growing issues of legality, the fall of solidarity. But also, as a positive side, the discovery of the risk as the value. You also explain the effectiveness of demagogy and plebiscitarism over a moltutude of individualities dispersed into a lonely crowd. This kind of society is therefore physiologically oriented towards the Berlusconian-right.
In a molecular society the most nagging problem is to rebuild the civilisation in a humanist sense: not as a dictatorial idea of Good, understood as ideology and redemption, but rather as the goodness culture and as a concrete and individual experience. And, at the same time, with patience and humility, to keep contacts with the community, with other molecules: for a policy of innovation, efficiency, new enthusiasm, new securities, new solidarity, new rights and new duties. The problem is to have cold blood and warm heart. And feeling like fighting. Fighting involves risk, but is this not the society of risks?
Il diario dei Goncourt ovvero le avventure erotiche dei grandi autori francesi
Importante per definire orientativamente gli sviluppi generali della poetica ottocentesca, è anche un divertentissima lettura per scoprire le manie sessuali degli autori francesi della seconda metà d'Ottocento.
E vi assicuro che c'è da spisciarsi a leggere certe notizie, false o vere che siano, su certi autori...Infatti, se avete un po' di tempo, vi consiglio di leggere questo intervento. ( Ci arrivate solo dai Collegamenti esterni della pagina di Wiki,
http://it.wikipedia.org/wiki/Jules_de_Goncourt)
Io mi sono troppo divertita a leggere delle inclinazioni pederaste di T.Gautier, delle orge di G.de Maupassant, dello sperma creativo di H.de Balzac, della proverbiale infedeltà di Zola e delle sue strane eiaculazioni,( «…al tempo in cui incontrava tremende difficoltà a scrivere, gli capitava, dopo una mezz'ora di rifiniture intorno una frase, di eiaculare senza erezione.» AHAHAHAHHA! )e del fugace rapporto sessuale in un cimitero di Turgenev...
Che menti malate i letterati...aahahahahaah
Chapeau!
venerdì 13 novembre 2009
Ho bisogno di una barriera antirumore
I lavori di ristrutturazione non finiscono mai!
E non è una frase filosofica o una massima postmoderna ma una frase realista!
E' un anno che il condominio affianco al nostro, Porta Romana 109,
è in completa ristrutturazione dalla base al tetto.
Impalcature sulla strada e nel cortile per almeno sei mesi senza lavori
effettivi. Misteri.
Mio padre e altri (pochi purtroppo) sono in battaglie legali per manifeste appropriazioni indebite di spazi comuni.
Ogni giorno stare a casa è un delirio di rumori.
Rumori che provengono da ogni parte: dal cortile arrivano gli schiammazzi
dei muratori, i rumori delle macerie che cadono, dei sacchi scaraventati a terra,
dei camion che entrano ed escono, delle telefonate del capomastro.
Dalle pareti affianco, ogni giorno, un concerto di trapani.
Dalle 8 del mattino al pomeriggio, a qualsiasi ora, puoi sentire un trapano che ti perfora il cervello.
Non ti dico quando devi studiare o hai mal di testa!
Te ne devi per forza andare fuori.
Insomma un vero delirio stare pure in casa tua.
Direte voi, ma chissenefrega...
Invece questo è un pezzettino della mia quotidianità...
E mi rendo conto che è insopportabile vivere così,
perchè l'abitudine ci fa andare giù tutto come una
pillolina dorata ma la realtà è che vivo in mezzo
al noise, viviamo in mezzo al rumore.
E il rumore è un costante fastidio.
Ma è solo un fastidio?
Citazioni sul rumore tratte dal Wikiquote.
Interessanti le varie accezioni...
1)Rumore come segnale di pericolo
-Appena sentite un rumore, qualsiasi rumore... fuggite. (Lost)
2)Rumore come danno
-Il rumore non fa bene. Il bene non fa rumore. (Niccolò Castiglioni)
3)Rumore come voce dell'animo
-Il vero rumore è l'eco che le cose hanno in noi. (Madeleine Delbrêl)
4)Rumore come heavy metal
-L'unico modo per sentire il rumore è quando è buono e forte. (Motörhead)
5)Rumore come segnale di presenza umana
-Le persone che non fanno rumore sono pericolose. (Jean de La Fontaine)
Buon Noise:
Terapia anti- trapano...
A stasera, trashmetallari...
Cox18-
Il Trashcore
Io e la Manu pensavamo di andare al Cox18 stasera per una serata fuori dagli schemi.
C'è un concerto trashcore (non chiedetemi cos'è non lo so) di un gruppo giapponese, i Crucial Section.
Mi sembra interessante, del resto quante volte può capitare di ascoltare live un gruppo giapponese trashcore?
Chiunque voglia tornare giovane e ribelle con tanto di pipì sui muri durante il concerto e gente che si fa ferite a caso si unisca a noi.
Almeno vedremo una realtà diversa.
L'ultima volta che io e la Manu lo abbiamo fatto è stata una serata assurda dai risvolti inaspettati.
giovedì 12 novembre 2009
Passo-e-chiudo.
mercoledì 11 novembre 2009
Sorprese mattutine
Oggi ha lanciato una strepitosa Tracy Chapman. In fondo tutti noi almeno una volta l'abbiamo pensato :-)
Tracy Chapman - Give me one reason
Give me one reason to stay here
And I'll turn right back around
Because I don't want leave you lonely
But you got to make me change my mind
Baby I got your number and I know that you got mine
But you know that I called you, I called too many times
You can call me baby, you can call me anytime
But you got to call me
Give me one reason to stay here
And I'll turn right back around
Because I don't want leave you lonely
But you got to make me change my mind
I don't want no one to squeeze me, they might take away my life
I just want someone to hold me and rock me through the night
This youthful heart can love you and give you what you need
But I'm too old to go chasing you around
Wasting my precious energy
Baby just give me one reason, Give me just one reason why I should stay
Because I told you that I loved you
And there ain't no more to say
lunedì 9 novembre 2009
domenica 8 novembre 2009
Gatekeepers.
Ho scoperto per caso questo polemico giornalista di Rai3 leggendo Perchè ci odiano?, un elenco infinito, e molto dettagliato, di atrocità commesse dalla cosiddetta Western Civilization in nome della Guerra al Terrore. Un regalo molto gradito.
In questo video si affrontano alcuni dei temi più lancinanti per la vita di ogni venti-trentenne medio europeo che abbia minimamente a cuore le sorti della società che lo ha inglobato, quali il ruolo delle proteste civili, dei "tribuni della plebe" che sorgono laddove il clima è esasperato, la necessità di creare un "grigio, perdurante e noioso consenso" piuttosto che effimere "valvole di sfogo" che nulla tolgono al Potere, ma anzi lo rafforzano (i gatekeepers, appunto, sui quali tornerò più in là).
Il discorso è molto più complesso di quanto appare, e alcune conclusioni rischiano di essere qualunquistiche così come ciò che vorrebbero denunciare. Il rischio di queste operazioni de-mistificatorie (sacrosante) è di ridurre tutto a farsa e spingere ancor più il singolo a rintanarsi nell'apatia privata, nella solitudine indorata della cultura, nell'inania. Ma il tutto ha un sapore amaro e verissimo.
Prendete e mangiatene tutti
Fresco fresco nei negozi di dischi.
Oppure no... ;)
Come disse un collega di Kurt, 'prendete e mangiatene tutti'.
Qui: http://thepiratebay.org/torrent/5140721/Nirvana_-_Live_At_Reading_(2009)
Meltin Maps #1
The map shows the diplomatic relations of both Israel and Palestine.
Recognition of only Israel
Recognition of Israel, with some relations to Palestine
Recognition of both Israel and Palestine
Recognition of Palestine, with some relations to Israel
Recognition of only Palestine
No recognition or relations of either
MeltingQuotes.
"Un uomo che decidesse di chiamare le cose col loro vero nome non potrebbe mostrarsi in strada senza essere immediatamente abbattuto come nemico pubblico numero uno"
(George Savile, primo marchese di Halifax, politico e scrittore inglese)
sabato 7 novembre 2009
venerdì 6 novembre 2009
The shooting of Jamal and Muhammad al-Durrah Controversy.
Succedeva dieci anni fa. Moriva un dodicenne a Gaza e nasceva un mito. Ricordare fa bene. Scavare, a volte, fa male.
"..the images of Jamal's futile efforts to shield his son have the "iconic power of a battle flag." The footage became what Charles Enderlin called a "cultural prism," through which viewers see what they want to see."
Da Wikipedia: http://en.wikipedia.org/wiki/Muhammad_al-Durrah
giovedì 5 novembre 2009
Forse non tutti sanno che...
Nato a Hollywood, fin da ragazzino Eddie conosce il disagio sociale e le difficoltà di inserimento nella società: dopo ripetute fughe, in seguito al divorzio dei genitori, viene affidato al servizio sociale. Poco dopo entra in ospedale psichiatrico e poi in riformatorio. A soli 17 anni stabilisce il poco invidiabile primato di essere il più giovane recluso di tutti i tempi nel famoso carcere di San Quentin. In carcere inizia a scrivere racconti e romanzi: il primo romanzo verrà però pubblicato solo nel 1973, No Beast So Fierce (in italiano, Come una bestia feroce), da cui verrà tratto un film con Dustin Hoffman.
Nel 1975, dopo una vita passata a entrare e a uscire da prigioni e a infrangere la libertà provvisoria, inizia a trovare non solo il successo letterario, ma anche una vita tranquilla.
Ha più volte dichiarato di essere stato influenzato dalle opere di Dostoevskij, Hemingway, Moravia e Cervantes. L'esperienza carceraria e il suo passato sono alla base dei suoi libri, in cui spesso la violenza e il carcere hanno un ruolo di co-protagonisti.
Cenere - Marta sui tubi
e stare a un passo dal bisogno
di volere fare ancora un passo in più
sei schiuma sulle onde dei pensieri che si
affannano
sulle rocce calde di
quest'isola
comprerei da te...
ogni sorta di magia
ma se tu
vendi solo fuoco
brucerò sulla mia stessa cenere
E come anelli intorno al nulla
galleggiamo nell'inganno di un
sorriso
che ci schiaccia ma che non
c'incastra più
cerchi concentrici se vuoi
remavo contro ai tuoi
miracoli
gettavo ombre sui miei limiti
e non ho più...
più pensato ai sogni che ora
comprerei da te...
ogni sorta di magia
ma se tu
vendi solo fuoco
pagherò sulla mia stessa cenere
mercoledì 4 novembre 2009
Il libro che avrei voluto scrivere io
Ostrom sostiene, con vigore, l'esistenza di soluzioni alternative alla «privatizzazione», da una parte, e al forte ruolo di istituzioni pubbliche e regole esterne, dall'altra. Soluzioni, invece, fondate sulla possibilità di mantenere nel tempo regole e forme di autogoverno di uso selettivo delle risorse. L'Autrice - che prende in considerazione una gamma molto ampia di casi - basa le sue conclusioni sul confronto di casi di successo e fallimento dell'autogoverno e identifica alcune caratteristiche fondamentali dei sistemi di gestione di risorse collettive che hanno avuto successo. Di qui la formulazione di veri e proprio «princìpi» da rispettare nell'uso delle risorse collettive. Data la complessità dei fenomeni empirici studiati e il tipo di teoria necessaria per spiegarli, è stato necessario uno studio approfondito dei casi di successo soprattutto per quel che riguarda l'interazione con gli utenti. L'Autrice, insieme a un gruppo di ricerca, ha raccolto molteplici dati che sono stati inseriti in un apposito archivio. E' stato selezionato un sottoinsieme più ridotto, destinato a ulteriori esami, codificazioni e analisi. Seguendo il metodo dell'«analisi istituzionale», che era risultato da precedenti lavori della Ostrom, sono stato necessari alcuni anni di lavoro - racconta la stessa Autrice - soltanto per leggere un sufficiente numero di casi, studiare i precedenti tentativi di sintetizzare le conclusioni provenienti da campi specializzati e sviluppare i moduli di codificazione. Durante questo processo si è tentato di costruire e illustrare una teoria che fosse in grado di comprendere le costanti che si cominciavano a vedere leggendo questi diversi materiali. L'auspicio finale di Ostrom è che altri studiosi di scienze sociali continuino a monitorare e interpretare il fenomeno dei commons.
martedì 3 novembre 2009
Consigli di lettura settimanali.
- "Come vedi, Raspa, l'amicizia è incompatibile con la verità. Solamente il dialogo muto con i nostri nemici è fecondo..".
- "Ehi, cosa vuol dire tutta questa tirata?"
lunedì 2 novembre 2009
Ricordando Pierpaolo...
veniva assassinato PierPaolo Pasolini all'Idroscalo di Ostia.
Ieri è morta Alda Merini, la notizia vien passata dai tg
quasi come un titolo di coda.
Oggi i giornali si dimenticano di commemorare una voce
del nostro Novecento che è stata brutalmente soffocata,
ancora oggi non si sa bene da chi.
Tutto questo è molto triste.
E' triste perchè, ironia della sorte, proprio oggi è per la
Chiesa Cattolica la ricorrenza
della Commemorazione dei defunti.
Ed è triste perchè alla domanda "Ma cosa serve la poesia?"
grandi poeti e scrittori come Merini e Pasolini hanno saputo
rispondere con versi e istanze nuove, con emozioni forti.
Provate voi a farvi la stessa domanda:
non sarà facile trovare una risposta.
E questo è triste perchè la poesia sta scomparendo
piano piano.
Perdere l'occasione di ricordare
i loro nomi e tributare la loro attività poetica
davanti al grande pubblico dei mezzi di massa,
significa offuscare la memoria collettiva,
perchè essi ci appartengono,
sono la nostra cultura.
«Potrei lasciare Milano solo per il Paradiso» di Alda Merini
Il poeta è sempre in vacanza. Ed è contro le vacanze. Per questo, anche d' estate rimane in città. Alle ferie d' agosto preferisce le passeggiate languide lungo i canali. Piuttosto che in un confortevole albergo ama riposarsi nel disordine di casa sua. Le vacanze le trascorro da sempre nella mia casa sui Navigli, rimpiangendo Patty Pravo e ascoltando «Mille lire al mese». In quale posto potrei stare meglio che qui? Tra queste mura sono nati i miei figli e le mie poesie.
Sono un' eremita nata, la casa è il mio rifugio. Ho sempre sognato di vedere un giorno, attaccata fuori dalla porta, una targhetta con su scritto: «Qui è nata e vissuta Alda Merini». Sarei stata più felice solo se a questa casa avessero lasciato la vecchia muffa, le pareti scrostate, il suo passato. Invece anche qui hanno passato la vernice nuova e i vicini di un tempo non ci sono più. Ora ho una casa tutta «leccata», senza raucedini. Intorno a me neanche un colpo di tosse catarrosa, solo giovani belli e intelligenti. Neanche un cretino. D' estate, poi, tutti via. A farmi compagnia rimangono i preti giovani e bellissimi che passano tutti i giorni a trovarmi. Mi regalano felicità e impulsi creativi, con il caldo l' ispirazione si affievolisce. Esco di rado, per andare al Duomo o davanti al Castello Sforzesco. Rimango lì per ore e ore.
Mi immedesimo in Pia De' Tolomei, la suggestione è grandissima. Le trattorie mi annoiano oramai, si mangia pesante. Le ho girate tutte. Ho cenato con piatti di gnocchi, di risotti, di ossibuchi con polenta. Ora non ne ho più fame. Sono un cuor contento, mi basta stare qui con dieci ventilatori a guardare i miei Navigli. Il mare lo vedo in televisione e mi piace molto. Non so nuotare, mi sarebbe piaciuto imparare. Alle spiagge assolate ho sempre preferito la montagna. Ho fatto qualche scarpinata in Val d' Aosta, sono una provetta scalatrice. Ma ogni volta che sono partita ho sognato la mia città. E' bellissimo tornare a Milano, di notte. Si potrebbe lasciarla per sempre solo per andare in Paradiso. Ma forse desidererei, anche da lì, la mia casa.
Omaggio ad Alda Merini
Era il tempo dell'adorata adolescenza
quando gli alberi schiusi
gemevano tristezza,
era il tempo degl'innamorati dolori
e dei sordi frastuoni della terra,
Milano benedetta
patria di sicurissime storie
di frangenti mobili oscuri,
Milano dove è nata la mia poesia
e dove la mia poesia è morta
lungo il Naviglio che geme,
dove la patria Italia ha un riferimento sicuro,
dove vivono Marina e Chiara
dove sono nati i miei figli
dove i miei figli mi abbandonano
giorno per giorno,
dove l'emarginato e il povero
trovano il suo caldo affetto
dove tutto brilla all'insegna della cultura
e dove le sere sono dolenti
come il mare di Taranto
dove ho lasciato un lungo sconfinato amore
morto di lebbra e di ardente desiderio di rivederti.
(da Alda Merini, Vuoto d'amore,Poesie per Marina 1897-1990)
http://manu-bhoblog.blogspot.com/
Nihilism is the basic Credo of Cool
Tratto da Adbuster
Until now nihilism has been a theory, an abstraction … the dark muse of poetry, philosophy and art. But now we are confronted with a nihilistic moment that neither Turgenev nor Nietzsche could have prophesied: a global meltdown wrought by wars – on terror, on planet, on self. We are confronted with the moment when this experiment of ours on Planet Earth meets its spectacular and terrifying end, when civilization reaches its summit and begins to tumble into permanent decline. This new breed of nihilism – call it eco-nihilism, psycho-nihilism, apocalypto-nihilism – falls far beyond the bounds of the deeply personal loss of meaning Nietzsche warned of. This new kind of nihilism degrades our very cosmic fiber, consuming not only our psyche, but the planet itself. And for this new, collective brand of nihilism, no philosophy has ever been written, no remedy ever prescribed.
Is it too late now to write the philosophy and find the remedy?
Consigli di lettura - Schiuma di Zaimoglu
Schiuma non è un libro facile da digerire.
Pubblicato nel 1997 è un testo ancora, purtroppo, iperattuale.
Uscito dal catologo Einaudi, come molti libri meritevoli, è difficile da trovare.
Edizione ragionata e tradotta in modo impeccabile. L'introduzione della traduttrice è bellissima perchè da consigli sul modo in cui leggere il libro, una guida per un mondo, quello turco in Germania, che altrimenti sarebbe incomprensibile.
Romanzo crudo, con un'abilità di linguaggio migliore di Carver. Tutto è perfettamente equilibrato, non una parola in più. Secco e scorrevole, è la narrazione orale che viene tramandata.
In questo libro Zaimoglu diventa un cantastorie, un Omero dei nostri tempi crudo e un pò sboccato.
Libro da leggere tutto d'un fiato, i pensieri ti assalgono alla fine tutti insieme.
Ecco qualche estratto:
Dalla Postfazione a cura dell'autore.
"Mi ha raccontato tutto questo perché crede che oggi non vale più la storia di Cristiane F. e dei "ragazzi dello zoo di Berlino", oggi la storia da raccontare è quella dei figli di immigrati la cui vita è o sarà come quella che Ertan ci fa conoscere. Il messaggio di Ertan è: ecco i canachi (parola dispregiativa per turco) da cui voi tedeschi volete star lontani. Ci siamo e corrispondiamo perfettamente alla vostra idea e alle vostre paure."
domenica 1 novembre 2009
Breaking news.
Alieni.
Sono sempre le più inquietanti le traiettorie biografiche che scelgono il radicalismo violento, l'estremismo, l'isolazionismo non in giovane età, ma con la maturità, a quaranta o cinquant'anni. I ragazzini che giocano a fare i terroristi si limitano a inneggiare alla violenza su qualche social forum, hanno dalla loro l'ignoranza e l'aggressività dell'ignoranza: è una scelta dopata dal sovraccarico ormonale. Al contrario, sono sempre stato affascinato dalla psicologia dei terroristi - o pseudo-tali - dai capelli bianchi: cosa leggono nell'attualità, cosa si propongono, a cosa aspirano? Il loro è puro esibizionismo, o tragica illusione che scade nel grottesco? Un vecchio patriarca afgano che arma se stesso e i propri nipoti contro gli americani ha, per lo meno e con tutto il dramma che ne consegue, l'eccitante prospettiva di vedere gli yankee ritirarsi da quel disgraziato paese entro i prossimi dieci anni: sa che potrà ancora vivere qualche anno di autarchia nei suoi feudi tribali e sotto l'egida dei capitribù locali. Ma i neobrigatisti italiani! Come hanno fatto a sopravvivere per trenta o quarant'anni di militanza in un mondo che sentivano, umanamente e culturalmente, così alieno da scegliersi come bersaglio anonimi funzionari ministeriali, giuslavoristi, sindacalisti, esperti di diritto del lavoro?
sabato 31 ottobre 2009
GRECIA '09 - I diari dello scooter
Mannaggia agli dèi !
Pensavo che il traghetto arrivasse alle 5 di mattina e invece sono le 6 di pomeriggio e Patrasso ancora non si vede. Il mio progetto – ammesso che si possa chiamare così – di prendere oggi stesso il traghetto da Atene a Paros è andato a farsi benedire.
Sono impaziente. Troppe ore passate su questo barcone. Non ho parlato con nessuno. Un gruppo di giovani tedeschi mi ride dietro, forse perchè gli ricordo qualche sfigato di loro conoscenza, forse perchè piaccio alle loro femmine, chissà.
7 di sera: finalmente sbarco.
Non si vede la città, ma dev’essere qui dietro. Monto in scooter e cerco le indicazioni per Patrasso (Patra per i greci), ma i cartelli stradali sono estremamente lacunosi. Chiedo indicazioni a un camionista e cavalco lo scooter verso l’orizzonte, manca solo l’armonica.
L’obiettivo è arrivare ad Atene, che dista 200 Km, entro sera e da lì prendere il primo traghetto per Paros.
Il secondo tragico Fantozzi.
Credevo che Patrasso dovesse comparire di lì a breve, sul mare. Invece è già da mezz’ora che mi inoltro nella terraferma seguendo le indicazioni del camionista e di una benzinaia. C’è qualcosa che non quadra.
Apro la cartina Michelin ed ecco svelato il mistero: invece di sbarcare a Patrasso sono sbarcato a Igoumenitsa (ignoravo completamente che il viaggio prevedesse uno scalo), 300 Km a Nord-Ovest di Patra. D’oh !
Cala il buio.
Perdo la cognizione di quello che mi circonda. Sto attraversando una regione che esiste solo sulla cartina Michelin.
Dietro a una curva in discesa compare uno scenario incredibile: una città illuminata sulle rive di un lago. Sono invaso da una gioia incontenibile, qualcosa di simile a quello che deve aver provato Anselmo quando trovò la prova dell’esistenza di Dio.
Faccio sosta a un bar sulla strada per un caffè, l’ennesimo di una giornata interminabile. Il televisore in alto è acceso sulla partita di calcio e l’Olympiakos fa gol contro una squadra moldava. Il ragazzo dietro al bancone probabilmente vorrebbe che passassi più spesso da quelle parti.
Salto di nuovo in sella.
Passando per Arta, nel mezzo di un sistema montuoso, comincio la discesa verso Patra.
Finalmente uno svincolo illuminato mi indica che mi sto avvicinando alla meta. Devo fare un’altra sosta per far riposare il motore. Un cane mi taglia la strada proprio mentre rallento per accostare, rischiando di farmi volare dritto dritto sul letto d’asfalto della statale. Paura.
A mezzanotte raggiungo Antirrio, sulla costa sud-occidentale della Grecia continentale.
Sono alle porte di Patra.